Fondazioni liriche: i numeri, le ricette
Caro direttore, Ho letto con grande interesse l’inchiesta sulle fondazioni liriche nel numero di maggio di “Classic Voice”. Da economista melodico, l’analisi è una radiografia molto utile ma non ne trae le conseguenze in termini di politica del settore. Molte misure da prendere sono microeconomiche e gestionali ma possono essere indirizzate dalla politica. Sarebbe sufficiente un decreto ministeriale che prevedesse accesso al Fus (Fondo unico per lo spettacolo), unicamente se il 70% della programmazione è in co-produzione. In una Italia fatta a Stivale, è più facile spostare spettacoli che il pubblico. Il costo di scene e costumi è appena il 5% di un allestimento ma in Italia i cachet degli artisti sono mediamente il doppio di quelli nel resto d’Europa e negli Usa perché vengono scritturati per poche (4-6) rappresentazioni; sarebbero molto più bassi se tramite una politica di co-produzioni venissero scritturati per replicare lo stesso lavoro in vari teatri 2530 volte. Inoltre, si dovrebbe prevedere una “premialità”, analoga a quella dei fondi europei: le fondazioni che chiudono i conti in attivo e hanno attuato una buona programmazione (in termini di numeri e qualità di spettacoli, quali valutati dalla critica italiana e straniera) dovrebbero ricevere una dotazione aggiuntiva l’esercizio successivo. Soprattutto occorre promuovere il ricambio del pubblico attirando i giovani, come sta facendo egregiamente l’AsLiCo di Como che, in co-produzione con teatri francesi e tedeschi, porta in una trentina di città un Olandese Volante di Wagner in edizioni per bambini, adolescenti e ragazzi. Perché ciò funzioni sono essen- ziali quelli che gli economisti chiamano incentivi a basso ed a alto potenziale. I primi operano nel lungo termine come il miglioramento dell’istruzione musicale nelle scuole (ed in famiglia): la Rai (finanziata con il canone) dovrebbe tornare a svolgere un ruolo in questo campo. I secondi, invece, operano rapidamente. Il regolamento approvato dal Governo ne prevede uno molto forte, ma “negativo”; il declassamento (a teatri “di tradizione”) delle fondazioni che non chiudono il bilancio almeno in pareggio. Occorre affiancarlo con uno “positivo”: una revisione degli sgravi tributari (attualmente una detrazione del 19%) per le elargizioni liberali per portarle alla media europea (30%) ove non necessariamente al livello della Francia (60%). Giuseppe Pennisi Ringrazio per questa analisi Giuseppe Pennisi, economista e critico musicale particolarmente attento ai problemi della gestione delle Fondazioni liriche. Noi, in effetti, ci siamo limitati a fornire/ confrontare dati e informazioni che normalmente restano nei cassetti delle sovrintendenze e che invece – nell’ottica di una “trasparenza” da tutti invocata – vorremmo vedere nei siti web di teatri. C’è “fame” di questi numeri. Infatti la nostra inchiesta, anticipata e ampiamente commentata dal “Sole24 ore”, è stata ripresa da quotidiani (tra cui “La Repubblica”, “Il Giornale”, “Qn” che comprende “Giorno”, “Resto del Carlino” e “Nazione”, “Avvenire”, “Gazzettino” di Venezia, “Piccolo” di Trieste, “Gazzetta di Parma”), radio (“Momus” su Rai Radio3, Rete 2 della Rsi) e siti web. Un grazie anche a loro. singola che contiene il codice per scaricare le tracce online, ma non c’è la possibilità di un abbonamento digitale vero e proprio alla rivista. Non so se è una scelta editoriale interna, ma devo dire che per utenti come me ( spero di non essere il solo) è “scomodo” acquistare la rivista in edicola quando, avendone la possibilità, farei volentieri l’abbonamento per Ipad e pc. (...) Mattia Zilli Gentile Mattia, un passo alla volta, ma certo, sempre “adelante”. A breve sarà possibile anche abbonarsi alla versione per IPad, pacchetto che comprende l’album digitale ( perfino in formato non compresso, come se fosse un cd). Per ora entrando nel nuovo sito - in cui abbiamo diviso i contenuti giornalistici ( www. classicvoice. com/ rivista) da quelli musicali ( www. classicvoice. com) - si può leggere la rivista e scaricare l’album; e presto sarà consentito vedere in streaming i dvd d’opera, acquistando il singolo titolo o abbonandosi a una vera e propria stagione lirica on line.