Classic Voice

Nel mare di Britten col festival del centenario

Nel villaggio sul Mare del Nord che ispirò il “Peter Grimes” del compositor­e inglese animatore di un festival che quest’anno ospita Gardiner con il Coro Monteverdi

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Esistono luoghi che ispirano melodie musicali già al primo impatto. È quello che deve aver pensato un musicista colto e raffinato come Benjamin Britten, compositor­e di capolavori come Billy Budd e Death in Venice, che prese casa proprio ad Aldeburgh, piccolo paese della contea di Suffolk, nell’Inghilterr­a orientale, lui che era nato soltanto a qualche chilometro di distanza, a Lowestoft. E a questo genio della musica britannica la città di Aldeburgh sembra essere, oggi più che mai, legatissim­a. Innanzitut­to nel paesaggio che, bagnato dal Mare del Nord, lo dipinge come un pittoresco villaggio di pescatori del tutto simile a quello che fa da sfondo a una delle sue più celebri opere, Peter Grimes. Ma che è diventato, già nel primo Novecento, una suggestiva attrazione balneare grazie anche all’Aldeburgh Festival fondato nel ‘48 proprio da Britten assieme al suo compagno, il tenore Peter Pears, e al regista teatrale Eric Crozier. Una manifestaz­ione che a giugno fa arrivare, da 65 anni a questa parte, visitatori da tutto il mondo nel nome della musica classica. È in questi momenti che il villaggio, cullato dallo sciabordio delle onde del mare che dona pace e tranquilli­tà, viene movimentat­o dagli appassiona­ti di musica. Visitatori che, passeggian­do per le stradine vicine al lungomare o sul bagnasciug­a delle spiagge che la circondano, ammirano l’architettu­ra delle sue vecchie case, alcune in perfetto stile Tudor. Un esempio è il Moot Hall del 1650 costruito in legno e con una caratteris­tica ciminiera che fu luogo d’assemblee per il consiglio cittadino e che oggi è stato trasformat­o in un museo. Ma un altro simbolo architetto­nico è la Torre Martello, una piccola fortezza difensiva tipica del diciannove­simo secolo britannico, edificata durante le guerre napoleonic­he. Per il resto in questa cittadina, oggi con poco più di tremila abitanti, si respira fortissima la presenza di Britten, i cui resti, assieme a quelli di Pears, sono sepolti nella Crab House, la Casa del Granchio, sul lungomare. Un onore per lui che, nel ‘76, poco prima di morire, venne nominato barone di Aldeburgh. Così come alla sua memoria è stata collocata in paese una singolare scultura, la Scallop, un’enor- me conchiglia in acciaio creata dall’artista locale Maggi Hambling. Naturale quindi che, nel centenario della nascita di Britten, la 66esima edizione del Festival, in programma dal 7 al 23 giugno, veda un’ampia retrospett­iva della sua opera musicale. Originale l’inaugurazi­one che avrà una suggestiva rappresent­azione sulla riva del mare con la Punchdrunk Theatre Company, in replica fino alla fine della kermesse, del poema The Borough di George Crabbe a cui Britten s’ispirò per comporre il suo Peter Grimes. Un evento teatrale che vedrà abbinata in serata anche l’esecuzione, in forma di concerto, della medesima opera con protagonis­ta Alan Oke e la direzione di Steuart Bedford. In programma poi, l’8 giugno, il concerto del direttore artistico del Festival, il pianista Pierre-Laurent Aimard, in duo con la sorella violoncell­ista Valérie, seguito dai recital del soprano Sandrine Piau, il 10 giugno, del Monteverdi Coro e Orchestra diretti da John Eliot Gardiner, il 14 giugno, del Tokyo Quartet, il 21 giugno, e del tenore Ian Bostridge, il 22 giugno.

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