“UN TERRENO SUL QUALE IL DIRETTORE FINLANDESE SI MUOVE CON ASSOLUTO DOMINIO DEI MEZZI”
Mentre sta procedendo con regolarità il progetto della Chandos, con la direzione di Edwar Gardner e la Bbc Symphony Orchestra, mirato alla realizzazione discografica dell’intera sinfonica del grande compositore polacco di cui cade quest’anno il centenario della nascita, la Sony non poteva ignorare l’importante occasione, disponendo di un direttore come Esa-Pekka Salonen che di Lutoslawski è stato allievo e che ne è in certo qual modo l’interprete di riferimento. È nato così questo cofanetto dedicato alle quattro Sinfonie che rappresentano le tappe del lungo, originale percorso sviluppato dal musicista nella ricerca di una forma, inquieta ed eloquente, sospinta sempre più da un’autonomia linguistica che se nella Prima Sinfonia lascia sullo sfondo le presenze stravinskiane e bartokiane, man mano che procede ,a contatto con le sollecitazioni inevitabili provenienti da un quadro estremamente sorprendente quale quello delle avanguardie europee, si traduce in un sinfonismo di forte nervatura, ricco di straordinarie invenzioni strumentali. Un terreno sul quale il direttore finlandese si muove con assoluto dominio dei mezzi, con segno infallibile nella precisione dei ritmi come nella graduazione delle sonorità. Straordinario virtuosismo, anche se mai in termini di spettacolarità bensì quale stimolo di quella sottile tensione con cui sembra decantare la materialità del suono pur senza mai far perdere il peso. Termine di confronto di tale avvincente “leggerezza dell’essere” sono le quattro Sinfonie di Lutoslawski che Salonen ha registrato, in diverse stagioni, con la duttilissima Los Angeles Philharmonic, la Prima nel dicembre dello scorso anno, mentre Seconda, Terza, Quarta risalgono rispettivamente al 1994, 1985, 1993.
GIAN PAOLO MINARDI