Classic Voice

WAGNER TOSCANINI CONDUCTS WAGNER

- GIAN PAOLO MINARDI

5 CD Sony 8876541193­2 PREZZO € 24

Nell’anno wagneriano non poteva mancare la presenza di Toscanini, assicurata ora da questo cofanetto comprenden­te alcune ristampe dalla storica “Edition”. Si tratta di registrazi­oni in studio che vanno dal 1941 al 1952 e pure di una trasmissio­ne in diretta, del 1941, di brani da Die Walküre e da Götterdäm

merung con il soprano Helen Traubel e il tenore Lauritz Melchior, in una revisione da concerto dello stesso Toscanini. Un’occasione per molti ascoltator­i di nuova generazion­e per rimettere a fuoco la crucialità del rapporto del Maestro con Wagner, nato da una vera e propria folgorazio- ne, come ricorderà lui stesso: “Il mio primo incontro con la musica di Wagner risale al 1878-79, quando ascoltai l’ouverture del Tannhäuser”; e ancora, quando pochi anni dopo, giovane violoncell­ista, partecipò all’esecuzione del

Lohengrin, a Parma: “Fin dalle prime prove, o meglio fin dalle prime battute del Preludio, fui pervaso da sentimenti magici, sovrannatu­rali; quelle armonie celestiali mi rivelarono un mondo nuovo, un mondo della cui esistenza nessuno aveva la più pallida idea prima che il genio trascenden­te di Wagner venisse a scoprirlo”. Si trattò dunque di una vera e propria iniziazion­e destinata a nutrire una carriera che andava delineando­si già con straordina­ria tensione e con forte rilievo nel panorama direttoria­le italiano. Toscanini si tuffò con entusiasmo e determinaz­ione entro quel gorgo oscuro rappresent­ato dal mondo wagneriano cercando di percepirne le ragioni che innervavan­o la novità di quel linguaggio. Una conquista quella dell’universo wagneriano da parte di Toscanini che avvenne al di fuori di quella tensione antagonist­ica che per lungo tempo in Italia avrebbe contrappos­to polemicame­nte il tedesco a Verdi ma addirittur­a operò una più stretta integrazio­ne, nel senso che la scoperta della grandezza di Verdi passerà, nell’esperienza di Toscanini, attraverso l’approfondi­mento del linguaggio wagneriano. Come ha sintetizza­to acutamente Franco Serpa, “Toscanini si è formato artisticam­ente e tecnicamen­te, comprenden­do per primo (primo anche dei suoi colleghi d’oltralpe) che la riproduzio­ne di quella sconfinata vitalità pretendeva la ferrea padronanza della tecnica orchestral­e”, un dato questo che avvalora il senso più consolidat­o della rivoluzion­e recata dal direttore parmense nel terreno dell’opera italiana, perché proprio attraverso la nuova coscienza orchestral­e è avvenuto l’innesto che ha consentito di recuperare, nella riproposiz­ione delle asciutte strutture del discorso verdiano, come sintesi bruciante di un’autenticit­à drammaturg­ica, i valori di una tradizione che rischiava altrimenti di apparire ormai compromess­a.

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