BOLOGNA
MADERNA DON PERLIMPLIN VENETIAN JOURNAL INTERPRETI S. Bambi, S. Bergamasco VOCI recitanti P. Roversi, S. Baldy FLAUTO Devis Mariotti DIRETTORE Marco Angius TEATRO Comunale
“La partitura è un insieme di materiali strumentali ed elettronici, che prese forma in fase di montaggio, un mix di stili diversi, anche di musica leggera e di jazz, probabilmente efficace per il mezzo radiofonico”
Il nome di Bruno Maderna fa pensare a Darmstadt, alla musica seriale, allo strutturalismo, agli anni ruggenti dell’avanguardia. Eppure ascoltando Venetian Journal e Don Perlimplin si capisce che esisteva anche un approccio naïf con la composizione, disinvolto e caotico. E che quei lavori del compo-
sitore veneziano, nati come svago, divertissement, suonano oggi irrimediabilmente datati. ll Teatro Comunale di Bologna, che sta meritevolmente cercando di dare una ventata di aria fresca alle sue stagioni, tra gli anniversari di Verdi, Wagner e Britten, è riuscito anche a celebrare i quart’anni dalla scomparsa di Maderna con una rassegna intitolata “Pour Bruno”, un convegno organizzato dall’Università di Bologna, un’esecuzione in forma di concerto di questi due lavori. Originariamente concepita per la radio ( per il Prix Italia del 1962) Don Perlimplin è una “ballata amorosa” su testo tratto da Garcìa Lorca, una commedia amara e grottesca: il vecchio Perlimplin, istigato dalla governante Marcolfa, accetta di sposare la bella Belisa, che lo accoglie solo per interesse. Dopo il matrimonio, e i numerosi tradimenti della moglie, si traveste da cavaliere, la corteggia e poi si uccide quando lei accetta il suo amore. La partitura è un insieme di materiali strumentali ed elettronici, che prese forma in fase di montaggio, un mix di stili diversi, anche di musica leggera e di jazz, probabilmente efficace per il mezzo radiofonico, ma con poche pagine davvero interessanti dal punto di vista musicale. Alcuni personaggi sono affidati a ruoli strumentali, Don Perlmiplin a un flauto (Devis Mariotti, ottimo primo flauto dell’orchestra del Comunale), la suocera a un gruppo di sassofoni (Quartetto di Sassofoni di Fiesole). Gli altri interpreti erano Sonia Bergamasco, nei panni della sensuale Belisa, Syusy Blady (Marcolfa) e Patrizio Roversi (lo speaker), divertenti proprio perché sembravano capitati lì per caso. Una pagina goliardica e scanzonata era anche il Venetian Journal (1972), una delle ultime composizioni di Maderna, per tenore, orchestra e nastro magnetico: ironico one-man-show, basato sui diari di viaggio di uno scrittore inglese del Settecento, James Boswell, e sul racconto di una sua vacanza a Venezia. Anche qui un collage di stili e di citazioni, tra parodie del melodramma, canzoni popolari ( come “La biondina in gondoletta”), effetti un po’ bandistici dei fiati. A dare voce al libertino era il tenore Saverio Bambi, in costume d’epoca. Bravi Marco Angius sul podio, e Francesco Giomi alla regia del suono.