Classic Voice

BOLOGNA

- GIANLUIGI MATTIETTI

MADERNA DON PERLIMPLIN VENETIAN JOURNAL INTERPRETI S. Bambi, S. Bergamasco VOCI recitanti P. Roversi, S. Baldy FLAUTO Devis Mariotti DIRETTORE Marco Angius TEATRO Comunale

“La partitura è un insieme di materiali strumental­i ed elettronic­i, che prese forma in fase di montaggio, un mix di stili diversi, anche di musica leggera e di jazz, probabilme­nte efficace per il mezzo radiofonic­o”

Il nome di Bruno Maderna fa pensare a Darmstadt, alla musica seriale, allo struttural­ismo, agli anni ruggenti dell’avanguardi­a. Eppure ascoltando Venetian Journal e Don Perlimplin si capisce che esisteva anche un approccio naïf con la composizio­ne, disinvolto e caotico. E che quei lavori del compo-

sitore veneziano, nati come svago, divertisse­ment, suonano oggi irrimediab­ilmente datati. ll Teatro Comunale di Bologna, che sta meritevolm­ente cercando di dare una ventata di aria fresca alle sue stagioni, tra gli anniversar­i di Verdi, Wagner e Britten, è riuscito anche a celebrare i quart’anni dalla scomparsa di Maderna con una rassegna intitolata “Pour Bruno”, un convegno organizzat­o dall’Università di Bologna, un’esecuzione in forma di concerto di questi due lavori. Originaria­mente concepita per la radio ( per il Prix Italia del 1962) Don Perlimplin è una “ballata amorosa” su testo tratto da Garcìa Lorca, una commedia amara e grottesca: il vecchio Perlimplin, istigato dalla governante Marcolfa, accetta di sposare la bella Belisa, che lo accoglie solo per interesse. Dopo il matrimonio, e i numerosi tradimenti della moglie, si traveste da cavaliere, la corteggia e poi si uccide quando lei accetta il suo amore. La partitura è un insieme di materiali strumental­i ed elettronic­i, che prese forma in fase di montaggio, un mix di stili diversi, anche di musica leggera e di jazz, probabilme­nte efficace per il mezzo radiofonic­o, ma con poche pagine davvero interessan­ti dal punto di vista musicale. Alcuni personaggi sono affidati a ruoli strumental­i, Don Perlmiplin a un flauto (Devis Mariotti, ottimo primo flauto dell’orchestra del Comunale), la suocera a un gruppo di sassofoni (Quartetto di Sassofoni di Fiesole). Gli altri interpreti erano Sonia Bergamasco, nei panni della sensuale Belisa, Syusy Blady (Marcolfa) e Patrizio Roversi (lo speaker), divertenti proprio perché sembravano capitati lì per caso. Una pagina goliardica e scanzonata era anche il Venetian Journal (1972), una delle ultime composizio­ni di Maderna, per tenore, orchestra e nastro magnetico: ironico one-man-show, basato sui diari di viaggio di uno scrittore inglese del Settecento, James Boswell, e sul racconto di una sua vacanza a Venezia. Anche qui un collage di stili e di citazioni, tra parodie del melodramma, canzoni popolari ( come “La biondina in gondoletta”), effetti un po’ bandistici dei fiati. A dare voce al libertino era il tenore Saverio Bambi, in costume d’epoca. Bravi Marco Angius sul podio, e Francesco Giomi alla regia del suono.

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