NAPOLI
BEETHOVEN SONATE PER VIOLINO E PIANOFORTE OP. 23, 30 N. 2 E 96
VIOLINO Salvatore Accardo PIANOFORTE Michele Campanella CASTEL Sant’Elmo
“Dopo quasi vent’anni, Salvatore Accardo e Michele Campanella tornano a suonare insieme”
Una sommessa, ma sublime lezione di gusto. Dopo quasi vent’anni, Salvatore Accardo e Michele Campanella tornano a suonare insieme. E si sente subito che, all’incontro di due virtuosismi, ognuno dei due aggiunge l’ulteriore contributo della propria maturità, arricchita dalla vita e da una carriera sempre ai vertici per entrambi. L’evento ha inaugurato la sedicesima edizione del Maggio della Musica, rassegna che a Napoli si dispiega da maggio a novembre, nella programmazione affidata alla direzione artistica di Michele Campanella. Appuntamenti qualificati e particolari, in siti suggestivi, per lo più negli spazi neoclassici di Villa Pignatelli. Ma questo speciale concerto di apertura si tiene invece nell’auditorium di Castel Sant’Elmo, fortezza spagnola cinquecentesca sulla sommità del Vomero; una grande piazzaforte in parte scavata nel tufo, dotata di ambienti imprevedibili e immensi, oltre che di panorama irripetibile sul golfo e di eventi storici: nei secoli infatti la rocca è stata anche prigione di personaggi illustri, quali Tommaso Campanella dal 1604 al 1608, o i neogiacobini della Rivoluzione Napoletana del 1799. Nella locandina di Accardo e Campanella, tre sonate di Beethoven per violino e pianoforte: l’op. 23 in la minore, l’op. 30 n. 2 in do minore, e l’op. 96 in sol maggiore. Create all’incirca nel primo decennio dell’Ottocento, si tratta di tre pagine che testimoniano antologicamente un percorso fecondo e articolato. Ed è superfluo - riferendosi a interpreti di tale livello e sensibilità cameristica - sottolinearne il fraseggio elegante e plastico, il suono caldo, rotondo ma al contempo sobrio, signorile che promana dal loro dialogo, e avvolge l’uditorio al di là dei limiti acustici della sala, che a volte non sembra aiutare il violino, velato dal pianoforte. Va sottolineato che il programma di questo Maggio della Musica alterna appuntamenti e artisti di grande repertorio e di grande nome - ma anche giovani in crescente affermazione, come il Quartetto Savinio che in novembre chiuderà avviando l’integrale dei quartetti beethoveniani - con linguaggi e formazioni diverse, superando le tradizionali separazioni. Ecco allora un trio di armonica cromatica, Gianluca Lìttera, pianoforte, Andrea Rebaudengo, e contrabbasso, Furio Di Castri, che darà vita a una session di improvvisazioni. Ecco il Sanitansamble, gruppo orchestrale cresciuto sul modello del Sistema Venezuelano, in un quartiere napoletano difficile, il Rione Sanità, e in contesti familiari problematici. Ecco la Tribunal Jazz Band, composta da avvocati e giudici, esperti amatori con ricco curriculum. Ecco i Cuncordu e Tenores di Orosei, cinque voci maschili che dalla Sardegna coltivano e propongono il canto di tradizione. Formula coraggiosa: memoria e modernità nello stesso cartellone.