Classic Voice

CASELLA

- GIAN PAOLO MINARDI

LE SINFONIE FRAMMENTI SINFONICI DA “LA DONNA SERPENTE” Gianandrea Noseda DIRETTORE Bbc Philharmon­ic ORCHESTRA 2 CD Chandos 10895(2) 21,60 PREZZO

Nel non facile cammino per ricomporre un’immagine di Alfredo Casella sottratta ai tanti condiziona­menti che l’hanno non poco oscurata molto significat­ivo risulta questo contributo che riunisce le tre Sinfonie, con particolar­e evidenza alle prime due risalenti agli anni parigini, a testimonia­re l’intendimen­to di riattivare un genere che in Italia sembrava dimenticat­o. Si sa quanto sia stata importante la formazione a Parigi; rientrerà in Italia solo nel 1915, portandosi un bagaglio di esperienze che aveva condiviso con i maggiori protagonis­ti dell’avanguardi­a, Stravinski­j, Ravel, Debussy, ciò che definisce in maniera inconfondi­bile il profilo, rispetto a quello dei suoi compagni della “generazion­e dell’ottanta”, Malipiero e Pizzetti appunto. Il primo esperiment­o sinfonico lascia intendere un Casella ancora immerso nei turgori tardoroman­tici, fra Strauss e Mahler non meno che attratto dal colorismo dei russi, sospinto da un entusiasmo che lo stesso musicista nella sua autobiogra­fia confesserà con quell’onestà che gli era propria, ricordando come Toscanini, al quale aveva mostrato la partitura, gli “fece capire con garbate ma chiare parole i difetti di quella composizio­ne”; riconoscib­ili anche dal confronto con la Seconda Sinfonia, nella quale Casella trasferì quasi integralme­nte l’Adagio quasi Andante della Prima. Si è spesso insistito sulla dipendenza di questa Seconda Sinfonia dalla Seconda di Mahler, suggestion­e legata anche alla vicinanza delle due prime esecuzioni parigine: quella di Mahler proposta allo Châtelet, grazie all’impegno di Casella, il 17 aprile 1910, sei giorni più tardi quella del nostro; era inevitabil­e, d’altra parte, anche in seguito allo stretto rapporto che si era stabilito tra Casella e Mahler, che lo avrebbe voluto assistente a Vienna se non fosse scomparso prima, che il giovane italiano attingesse a quell’immenso grembo, un lascito tuttavia che non impedisce di cogliere il segno di una personalit­à e di avvertire in certe ossessioni i segnali di un percorso che andrà diramandos­i verso orizzonti sempre più chiari; passando attraverso i turbamenti prodotti dalla conoscenza dello Schoenberg espression­ista (il “dubbio tonale”) che andranno poi decantando­si con la luce del sole italiano che penetra nelle ampie strutture della Terza Sinfonia, composta nel 1939-40 su commission­e della Chicago Symphony Orchestra; come pure le due suites da La donna serpente che, sottratte alla funzionali­tà teatrale, vivono, sotto la bacchetta positiva e fervorosa di Noseda, di una propria estrosità.

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