Respighi culla la sua Bella addormentata
A Cagliari Leo Muscato porta il Respighi raro della “Bella addormentata” lirica nella versione postuma del 1967 curata dalla vedova di Ottorino. Sul podio Donato Renzetti
Ha colorato i nostri sogni di bambini con le sue numerose versioni, dal cinema al balletto. Ora La bella addormentata nel bosco si scopre anche come opera lirica, partitura di Respighi di rara esecuzione che, dal 3 al 12 febbraio, viene allestita al Teatro Lirico di Cagliari. A restituire tutto l’incanto di questa fiaba ci pensa adesso il regista marchigiano Leo Muscato (nella foto) con una messinscena ricca d’atmosfere.
Affinità col mondo della fiaba?
“Poche, almeno fino ad oggi. Non ho mai letto fiabe da bambino e nessuno si è mai preoccupato di raccontarmele dal momento che i miei genitori erano troppo occupati a tirar su me e i miei fratelli. Ecco perché per me quest’opera rappresenta una vera e propria sfida”.
Come si è mosso per questa Bella
così poco conosciuta?
“Come sempre inizio dalla musica: partitura alla mano, ho ascoltato più volte la registrazione discografica dell’opera, seguendo attentamente il libretto di Gian Bistolfi; e così, affascinato da quest’opera molto bella ed intrigante, ho iniziato a costruire nella mia mente lo spettacolo, dalla prima all’ultima scena, ”.
Che cosa l’ha colpita di più?
“Sono rimasto soggiogato dal fatto che qui gli umani, gli oggetti e gli animali sono interpretati tutti da cantanti in carne ed ossa. Per me ha significato fare del palco un luogo dentro cui tutto fosse possibile. Non dimentichiamoci che quest’opera è stata scritta al suo debutto assoluto, nel 1922, per le marionette del Teatro dei Piccoli di Vittorio Podrecca con i cantanti collocati in buca assieme all’orchestra. Solo successivamente ne sono state fatte altre due versioni per l’opera, una nel 1934 ed una postuma, del 1967, quella che eseguiamo qui a Cagliari, a cura di Gian Luca Tocchi e della vedova di Respighi, Elsa”.
Con quali mezzi ha raccontato questa Bella? “Mi sono servito degli espedienti che, come succede nelle favole, rendono possibile ogni cosa, bandendo però ogni parvenza di realismo e di naturalismo e usando come leitmotiv scenico il filo della lana che poggia sul fuso dove la principessa si punge, cadendo poi in un lungo sonno. Ma, dal momento che sul palco si trovano anche molti animali, interpretati dagli stessi cantanti, ho preso a modello, per le sembianze e per gli atteggiamenti, il Gatto e la Volpe del Pinocchio televisivo di Comencini. Sul palco mi sono trovato a muovere anche oggetti inanimati, fusi e arcolai che vengono cacciati via e mandati al rogo, petali di rosa che si producono in un vero e proprio balletto. In tali momenti le azioni, che si svolgono su una grande pedana fissa posta al centro della scena, vengono sottolineate da proiezioni video e di luce. Il tutto dominato da un’esplosione continua di colori e dai costumi sgargianti di Vera Pierantoni Giua”.
Il mondo sonoro di Respighi aiuta? “Sì perché questa musica frammentaria in cui molti vedono reminiscenze di Richard Strauss e Wagner è stata composta proprio con l’intento di caratterizzare personaggi, oggetti e situazioni, esaltando al massimo il mondo della fiaba per un pubblico non soltanto di ragazzi, ma anche di adulti pronti a lasciarsi andare sulle ali, sempre giovani, della fantasia”. ANTONIO GARBISA
La bella addormentata nel bosco di Respighi
Dir. Donato Renzetti. Regia di Leo Muscato
Cagliari,Teatro Lirico, dal 3 al 12 febbraio