A. SCARLATTI MISSA DEFUNCTORUM MAGNIFICAT, MISERERE SALVE REGINA
Odhecaton
ENSEMBLE
Paolo Da Col
DIRETTORE
Arcana/ Outhere A 398 CD
18
PREZZO
★★★/★★★★
Come ci ricorda Luca Della Libera nelle sue preziose note di copertina, la drammatica Missa defunctorum di Alessandro Scarlatti fu riesumata il 15 aprile 1971 alle esequie veneziane di Stravinskij, ma non ebbe la ventura di piacere al di lui pedantissimo famulus Robert Craft. E nemmeno il Miserere a nove voci in due cori, da cantarsi alternatim fra polifonia e falsobordone all’uso della cappella papale durante il triduo di Passione, fece breccia nel cuore degli usignoli sistini, che continuarono a preferigli quello più fluido di Gregorio Allegri. E oggi? Più lodato che eseguito, e talora sfregiato da esecuzioni in ogni senso sommarie, Scarlatti padre resta un autore divisivo anche nel campo della produzione da chiesa, dove l’ultima registrazione degna di plauso incondizionato ci pare quella del 350enario di nascita a cura dell’esordiente Concerto de’ Cavalieri (Scarlatti: Sacred Works, Cpo 2010). Ma quell’antologia, incentrata su lavori in stile concertante e solistico, sfoggiava un sestetto di specialisti del bel canto barocco, femmine e maschi in parità di genere, mentre il navigato ensemble Odhecaton tenta ora un diverso approccio col suo organico di 13 voci virili aduse ai labirinti del contrappunto osservato e l’aggiunta di due soprani donne quando per motivi fisiologici i falsettisti proprio no aguantan con la tessitura. Esperimento interessante, benché a tratti compromesso da un ambiente di registrazione dispersivo e/o dal predominio di un contraltista (Alessandro Carmignani) il cui pregevole timbro, pastoso e vibrante, tende a debordare sull’insieme. Ne risultano offuscate le qualità consuete nel complesso di Paolo Da Col: intonazione precisa, intreccio polifonico compatto, chiara pronuncia dei testi. Peccato davvero.