VIVALDI NUOVE SONATE
Scaramuccia
ENSEMBLE
Javier Lupiáñez
VIOLINO E DIREZIONE
CD Ayros Raritas AYRA02
18,30
PREZZO
★★★★
Dal wishful thinking di virtuosi in cerca di repertorio zampillano oggi le scoperte che – vedi caso – si concentrano su autori già discografati in abbondanza. Stavolta il barile da raschiare è il cosiddetto “Schrank II” della Landesbibliothek di Dresda: una collezione manoscritta vergata da Georg Pisendel, leggendario Konzertmeister della corte sassone fra 1728 e 1755. Nei suoi viaggi d’apprendistato per l’Europa costui avvicinò una lunga serie di maestri che gl’impartirono lezioni di perfezionamento e/o gli dedicarono lavori su misura; elenco non esaustivo: Torelli, Bach, Telemann, Quantz, Albinoni,Vivaldi. Di più, componeva anche in proprio. Fra le pagine ingiallite del suo zibaldone si trova quindi un po’ di tutto, con o senza attribuzione, e su tale hortus diabolicus si sfoga l’appetito dei suddetti virtuosi, cui basta un paio di concordanze – magari meramente idiomatiche o frutto di arrangiamento se non di vero e proprio plagio, pratica non inconsueta né tanto squalificante nel secolo 18esimo – per ipotizzare audaci collegamenti e terremoti del panorama stilistico. Se n’era già discusso mesi fa a proposito della Sonata Rv 820, scoperta e autenticata da Federico Maria Sardelli come primizia di un ventenne Vivaldi in salsa bolognese (cd The Young Vivaldi, Dhm); su tale bocconcino sospetto torna ora lo spagnolo Javier Lupiáñez, reclamandolo quale scoperta propria o almeno indipendente. In sintesi: fra Vivaldi doc, Vivaldi autenticato da sé o da altri e un anonimo italiano “alla maniera di”, Lupiáñez confeziona un album in gran parte inedito, protagonista del quale – a dire il vero – sembra più lui stesso che non il Prete Rosso. Almeno per ciò che attiene alla prassi esecutiva: fioriture e “doubles” studiati con musicologica acribia, eseguiti con somma scioltezza d’arco e accompagnati senza fronzoli da quattro continuisti di valore (Inés Salinas anche come violoncello obbligato in Rv 820).