Francesconi a Parigi con “Trompe-la mort”
Con “Trompe-la-mort” (baritono Thomas J. Mayer) Francesconi inscena il dramma di un personaggio chiave della Comédie Humaine. Sul podio Susanna Mälkki, regia Guy Cassiers
ÈHonoré de Balzac lo scrittore ottocentesco su cui punta oggi il compositore milanese Luca Francesconi, classe 1956, per la sua nuova opera di cui è anche librettista: Trompela-mort, commissionatagli dall’Opéra di Parigi. Il titolo fa infatti riferimento ad uno dei tanti nomi di un personaggio chiave della Comédie Humaine di Balzac che affascinò, fra gli altri, anche Marcel Proust. Un personaggio che si fa chiamare Vautrin in Papà Goriot, Carlos Herrera in Illusioni perdute e Splendori e miserie delle cortigiane, ma il suo vero nome è Jacques Collin, soprannominato Trompe-la-mort dai suoi stessi amici di galera, condannati, come lui, ai lavori forzati, che gli affidano un bottino nominandolo “banchiere del bagno penale”. È lui il protagonista di questa nuova partitura di Francesconi che vede ora la sua prima esecuzione mondiale, dal 16 marzo al 5 aprile, al parigino Palais Garnier, diretta dalla bacchetta della finlandese Susanna Mälkki, Direttore Principale della Helsinki Symphony Orchestra, e con la regia del belga Guy Cassiers. Di Francesconi la stessa Mälkki, che ha diretto in passato anche un’altra sua opera, Quartett, composta nel 2011, ha detto che questo compositore possiede “un grande e potente senso del dramma e della drammaturgia con una musica che osa sfidare la definizione estetica perché non ha paura di essere, al tempo stesso, espressiva, romantica e non limitarsi soltanto al contemporaneo”. In questo caso Francesconi si trova a raccontare la storia di un evaso criminale, del tutto cinico e spietato, in fuga dalla polizia, qui interpretato dal baritono Thomas Johannes Mayer. Un uomo particolarmente abile ed imprendibile, ma soprattutto un ribelle deciso a scardinare una società, rigida e respingente, grazie alla sua eccezionale energia e ad una conoscenza machiavellica dei meccanismi più nascosti che reggono la convivenza civile. “Credo che Balzac”, ha confessato Francesconi, “racconti più che la vita la visione della stessa. E questo è un aspetto che mi ha molto intrigato. Egli infatti, grazie a questo personaggio, sembra andare al di là della facciata più superficiale delle cose per addentrarsi e spingersi a rivelarne tutta la loro macchinazione e complessità”. D’altronde, Trompe-la-mort è un ricercato dalla polizia a cui mancano giovinezza, presentabilità e bellezza e che, per questo, non può uscire allo scoperto. Il suo agire e pensare è sempre vissuto nell’oscurità, nel segreto e, per l’appunto, nella macchinazione. “Per questo l’opera”, ha proseguito il compositore,“si svolge, idealmente e scenicamente, su quattro livelli. Il primo è quello rappresentato dalla vita sociale, dall’apparenza e dai salotti, mentre il secondo livello è quello che sta dietro le quinte dove la verità viene celata spesso nei rapporti intimi costruendo inconfessabili macchinazioni. A costituire invece il terzo livello è il viaggio in carrozza che viene inserito nel corso di tutta l’opera come fosse un flash back parallelo, creando un vero e proprio cortocircuito temporale. Il sottosuolo poi, inteso come materia incandescente e forza che sembra sprigionarsi dal mistero è il quarto livello dell’opera, quello più oscuro”. Al fianco del protagonista, ruotano anche altri otto personaggi, non meno vitali, interpretati, fra gli altri, da nomi celebri del grande repertorio operistico come Jean-Philippe Lafont, Ildikó Komlósi, Béatrice Uria-Monzon e Laurent Naouri. Trompe-la-mort di Luca Francesconi Orchestra e Coro dell’Opéra di Parigi Dir. Susanna Mälkki. Regia di Guy Cassiers
Parigi, Palais Garnier, dal 16 marzo al 5 aprile