“NON SI PUÒ IGNORARE LA TOCCANTE E SPETTACOLARE ESPRESSIVITÀ DI QUESTO NUOVO PROGETTO AUDIO-VIDEO”
Presso l’Abbazia benedettina di Santa Maria de Montserrat, in Catalogna, si conserva un manoscritto tardo trecentesco con la copertina vermiglia (dalla quale viene l’appellativo) che tramanda testi devozionali e anche dieci brani musicati (tre canoni, cinque virelai, una ballata e un mottetto) che illustrano un’antica prassi di devozione mariana dei fedeli che vi si recavano in pellegrinaggio. I componimenti conservano un’intensa espressività che ne ha motivato numerose esecuzioni e incisioni sin dalla fine degli anni ’60 e lo stesso Jordi Savall ha già registrato il Llibre Vermell nel 1978 (Emi-Virgin), dopo una frequentazione che è iniziata quasi in età infantile e che è proseguita ininterrottamente. L’ascolto della versione precedente accanto a questa nuova palesa una padronanza notevolissima del repertorio e un forte radicamento delle scelte interpretative già presenti in nuce quarant’anni fa; ad esse si associa mezzo secolo di studio e affinamento delle tecniche vocali e strumentali (svolto insieme ai sodali di Hespèrion XX e poi XXI e alla compianta moglie chiamata proprio Montserrat) che è oggi in grado di fare di questi canti devozionali un commovente spettacolo musicale. Per chi crede che le ragioni della documentazione fossero le uniche a valere, l’esecuzione intensissima e più religiosamente “povera” dei Micrologus (inizio del Duemila) suonerà più autenticamente vicina al canto dei pellegrini del trapassato remoto; se invece si sostiene anche la storia “diagonale” di questa musica, che non è solo eredità dell’antico ma anche pretesto per un dialogo interculturale moderno (da qui i vari inserti strumentali e multietnici cari a Savall), non si può ignorare la toccante e spettacolare espressività di questo nuovo progetto audio-video. Un esaustivo saggio di Josep Maria Gregori i Cifré chiarisce la genesi del libro e ne descrive i brani.