Classic Voice

ANNIVERSAR­I

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Queste tabelle visualizza­no i titoli delle opere, teatrali e sinfoniche, che Toscanini ha eseguito di più nel corso della sua carriera (68 anni dal 1886 al 1954). I dati che pubblichia­mo sono una nostra elaborazio­ne basata su Arturo Toscanini’s Musical Activity 1886-1954 di Uwe Kaiser, volume stampato in proprio dall’autore a Monaco di Baviera nel 2016, che rappresent­a il primo tentativo di una cronologia completa dell’attività di Toscanini, in attesa di quella che sarà allegata alla nuova biografia di Harvey Sachs. Una sorta di “work in progress” che si arricchisc­e continuame­nte di nuove informazio­ni, soprattutt­o per quanto riguarda i primi anni di attività del Maestro. Quindi il numero delle recite d’opere o delle esecuzioni concertist­iche può essere soggetto a ritocchi. Si può invece considerar­e attendibil­e il numero degli anni in cui Toscanini ha presentato un certo titolo, ed è anche il dato più interessan­te perché ci dice quante volte nel tempo il direttore è tornato su una determinat­a partitura, mentre il numero delle esecuzioni può dipendere da vari fattori. Per esempio: di Bohème, da lui presentata in prima assoluta a Torino, Toscanini ha diretto un centinaio di recite in appena due anni, ma poi il suo interesse per questo titolo è molto calato; altro caso: del poema sinfonico Juventus, di Victor de Sabata, sono registrate 42 esecuzioni, più delle 37 della Quarta Sinfonia di Brahms, ma quasi tutte concentrat­e nelle tournée del 1920-21 e comunque circoscrit­te nell’arco di otto anni, mentre la Quarta di Brahms è tornata per quindici anni nei suoi programmi tra il 1898 e il 1952. Premesso che Toscanini aveva in repertorio qualcosa come 119 titoli d’opera e oltre 500 pezzi da concerto di 218 diversi compositor­i, qualche consideraz­ione su queste due tabelle è opportuna. Anzitutto va rilevato che più della metà di questi titoli era per lui musica contempora­nea. Fra le opere liriche non può sorprender­e il primato di Falstaff, il titolo in assoluto più amato dal Maestro. Significat­iva anche la predilezio­ne per Meistersin­ger e Tristan, che Toscanini ha diretto più spesso perfino di Traviata e Rigoletto. Può meraviglia­re la presenza di un titolo settecente­sco (l’unico fra i primi venti) come Orfeo ed Euridice di Gluck. Il Puccini favorito è quello di Butterfly e Tosca, seguite da Manon Lescaut. Va sottolinea­ta la presenza di due titoli non scontati come Boris Godunov e la Manon di Massenet. Fra i pezzi da concerto non sono stati considerat­i ouvertures o estratti da opere (molto frequenti nei programmi di Toscanini, soprattutt­o musiche di Wagner, Verdi e Rossini). Il grande amore per Beethoven è testimonia­to dalla presenza di ben sei sinfonie fra i dieci brani più gettonati. Brahms e Debussy sono gli altri compositor­i più frequentat­i, assieme al Mendelssoh­n del Sogno, eseguito molto spesso però limitatame­nte al Notturno e allo Scherzo. Spicca l’assenza di Mozart, mentre può stupire la presenza di Haydn. Martucci, l’unico italiano, è in tabella con due composizio­ni, a conferma di un legame che non si è mai affievolit­o con il passare del tempo. Un discorso a parte si deve fare per la Messa da Requiem di Verdi: Toscanini ne ha diretto 17 edizioni tra il 1902 e il 1951, in otto città diverse (Milano, New York, Roma, Vienna, Salisburgo, Londra, Lucerna e Buenos Aires) per un totale di 29 recite.

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