CIAIKOVSKIJ SIBELIUS
E CONCERTI PER VIOLINO Lisa Batiashvili VIOLINO Staatskapelle Berlin
ORCHESTRA
Daniel Barenboim
DIRETTORE
CD Deutsche Grammophon 479 6038
18,60
PREZZO
★★★★
Un disco che nasce a ridosso del grande successo ottenuto dalla coppia BatiashviliBarenboim al popolare appuntamento berlinese all’aria aperta “Staatsoper fur Alle”; occasione per arricchire la discografia sconfinata dei due capolavori violinistici offrendo l’impronta vitalistica ed insieme sorretta da una indubitabile classe stilistica dell’affermata interprete, rassicurata dall’esperienza e dalla disinvolta forza comunicativa di Barenboim. Esemplare il Ciaikovskij nel modo con cui la condotta del discorso, con quel suo tendere rapsodicamente ad abbandoni e improvvise concitazioni, si concilia con quella misura, sotterranea ma pur necessaria, che il compositore perseguiva nella consapevolezza di quanto l’argine formale potesse decantare certi slanci eccessivi, rendendoli addirittura ancor più pregnanti. Un Ciaikovskij in cui il respiro intenso della solista, tenuto spesso sul filo dell’effetto, sempre peraltro evitato, si integra con l’eloquio rassicurante di Barenboim il quale, senza lasciarsi attrarre più di tanto dai più sottili fantasmi decadentistici che questa musica racchiude nella sua travagliata vicenda armonica come in certe estenuazioni melodiche, dà corpo tangibile, esplicito, a quel fatalismo che sempre più inesorabilmente penetra l’universo del musicista. Non meno avvincente la condivisione d’intenti nel Concerto di Sibelius, opera dal carattere erratico, nel primo movimento essenzialmente dove il solista con le sue movenze rapsodiche, il suo incedere digressivo sembra quasi sottrarsi al confronto con l’orchestra per poi stringere progressivamente le fila, fino all’impetuoso finale. Caratteri che la Batiashvili interpreta con finissima musicalità, pienamente assorbita entro la cifra di un violinismo impeccabile, nella qualità di quel suo colore insinuante, in quel timbro penetrante, oltre che nel mirabile controllo tecnico: vero e proprio gioco di cesello, mai compiaciuto tuttavia ma sempre mirato verso un intento espressivo che da tale dominio strumentale usciva perciò come depurato da ogni ridondanza.; ciò che rende, appunto, comprensibile il senso che il compositore finlandese infonde alla dialettica concertante e la visione unitaria che ne deriva, grazie anche alla positiva intesa con Barenboim.