WOLF FERRARI TALITHA KUMI! LA PASSIONE OTTO CORI
Rainer Trost TENORE Joan Martin-Royo BARITONO Friedrich Haider DIRETTORE El Leon de Oro CORO Oviedo Filarmonia ORCHESTRA Naxos 8.573716 CD 9,20 PREZZO ★★★★
Una prima registrazione assoluta che offre l’occasione di avvicinarci alla singolare, solitaria figura del musicista veneziano (di madre; tedesco per parte di padre, un buon pittore, da cui il doppio cognome) da un punto di osservazione particolare, così lontano in apparenza dall’immagine che si è definita attraverso le opere teatrali di marchio goldoniano, a differenza dell’altra produzione ancora felicemente rivisitate. Il disco invece mostra l’impegno del giovane compositore sul terreno della polifonia sacra, attivato dall’amicizia con Perosi consolidatasi sul finire dell’Ottocento. Quasi un parallelismo si coglie infatti tra il “sacro mistero”, su testo latino e tedesco, Talitha Kumi!, titolo in aramaico di “La figlia di Giairo” e la perosiana Resurrezione di Lazzaro; lo stesso spunto drammatico tratto dalla Bibbia: Giairo , capo della Sinagoga, disperato per l’improvvisa morte della figlia si rivolge a Gesù che opera il miracolo, “Fanciulla alzati”. Un’opera giovanile che riflette quel particolare modo di porsi di Wolf-Ferrari nel confuso panorama di quegli anni tra i due secoli, lo stesso disagio che ritroviamo in Busoni, anche lui diviso tra Italia e Germania nella formazione come nella condizione esistenziale; il sofferto periodo della guerra che entrambi vissero nell’esilio zurighese, il rapporto con la storia e le più stringenti sollecitazioni. Tanti i punti di contatto, nella ricerca di un nuovo centro in cui il superamento delle ipoteche ottocentesche aprisse più decantate prospettive: per Busoni sarà il sogno utopico di una “nuova classicità”, per Wolf-Ferrari una più temperata nostalgia settecentesca che anche nella scrittura corale - insieme al sacro mistero il disco propone l’inno La Passione ei più fragranti Otto cori a cappella - si intride di suggestioni maturate sul versante d’oltralpe, dallo studio con Rheinberger a certe predilezioni brahmsiane e straussiane che attraversano una scrittura sapidamente trasparente.