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Ferenc Fricsay DIRETTORE Rias-SymphonieOrchester
ORCHESTRA Berlin
4 CD Deutsche Grammophon 479 8275
33,20
PREZZO
★★★★
Siamo di fronte a un formidabile documento storico prima ancora che musicale. Questo cofanetto di quattro dischi mozartiani è specchio infatti dell’attività dell’Orchestra Sinfonica Rias (Radio in the American Sector) – oggi Deutsches symphonie-Orchester Berlin – al principio degli anni 50. Si tratta cioè delle prime incisioni di questa formazione creata da Ferenc Fricsay ed Elsa Schiller (una pianista ebrea internata a Terezin, che divenne dirigente della Deutsche Grammophon nell’immediato dopoguerra) nel 1947, quando ancora Berlino era un “vulcano di macerie” (l’espressione si riporta tra virgolette perché si deve a Dietrich Fischer-Dieskau). Tra quelle macerie, Fricsay e la Schiller si adoperarono per rintracciare buoni musicisti tra quelli che erano rimasti in città e quelli che tornavano man mano dalla guerra. Non c’era una sede, non un sala decente dove esibirsi. Eppure, il 12 dicembre 1948 Fricsay diresse il primo concerto pubblico della neonata orchestra in un cinema miracolosamente risparmiato dai bombardamenti degli alleati e prese a dedicarsi, anima e corpo, alla costituzione “anagrafica” e artistica dell’orchestra. Sua granitica convinzione era che la miglior palestra per disegnarle addosso un profilo identitario fosse di eseguire quanta più musica di Mozart fosse possibile. E così, pur tra diverse “divagazioni” in altri repertori, la Rias si cimentò per diversi anni in quasi tutto il catalogo sinfonico del salisburghese: non solo le Sinfonie e i Concerti più noti ma anche le composizioni giovanili, i Divertimenti, le Serenate, le Cassazioni. E al principio degli anni cinquanta, trovata una sede idonea per le registrazioni – idonea per modo di dire, perché era situata vicino all’aeroporto e bisognava registrare nei momenti di relativa calma del traffico aereo – l’orchestra iniziò il proprio percorso discografico, di cui è fedele traccia il cofanetto ora rimasterizzato da Deutsche Grammophon. Contiene appunto l’incisione di numerose pagine giovanili mozartiane, tra cui sei delle prime dieci Sinfonie, e di opere di più ampio respiro come la Sinfonia concertante per fiati e orchestra K 297b, nelle quali l’arte interpretativa di Fricsay, basata su una chiarezza “toscaniniana” dell’eloquio e su sonorità morbide ed eleganti ma mai sedute, risplende in tutto il suo apollineo fulgore. Sempre ferma restando la quadratura ritmica del discorso, si nota perfettamente la malizia dell’allora giovane direttore, nel dettare ai suoi musicisti la flessibilità di un fraseggio che non rinuncia mai alla libertà di un rubato o di un rallentando.