CHIN AKROSTICHON-WORTSPIEL. SEVEN
SCENES FROM FAIRY-TALES BALDI CRYSTAL LINE YOON SULGAME BARTÓK KONTRASTE SOPRANO Anna Piroli
ENSEMBLE Mdi
DIRETTORE Filippo Perocco
FONDAZIONE Spinola Banna ★★★★
“Una partitura in cui ricerca e fantasia agguerrita si fondono con incantatoria bellezza e sicurezza meticolosa di scrittura”
Da anni, esattamente dal 2007, il frontespizio “Progetto Musica” della Fondazione Spinola Banna per l’Arte significa occasione speciale per la musica d’oggi. Laboratorio e metodo di lavoro, oltre che opportunità - nella giornata conclusiva e pubblica del progetto - di verificarne gli esiti. L’idea, di per sé semplice, dà un senso originale all’idea di commissione e di “residenza”, due tra i più ambiti traguardi per un compositore soprattutto giovane di oggi. Ovvero la possibilità di scrivere in piena libertà ma sapendo che il proprio lavoro artistico sarà remunerato (cosa non scontata, oggi) ed eseguito nel giro di qualche mese (non sempre scontato nemmeno ciò). E l’opportunità, lavorando durante le prove, sotto la supervisione di un collega-tutor di nome ed esperienza, di verificare passo passo l’idea musicale e la realizzazione compositiva: creando una rara sinergia analitica e performativa a cui gli strumentisti-destinatari contribuiscono in misura determinante. Il progetto dell’anno ha invitato Unsuk Chin, compositrice oramai storica, che a sua volta ha individuato nel trentenne Zeon Baldi (allievo di Gabriele Manca) e Hankyeol Yoon i giovani autori con cui lavorare grazie alla presenza del soprano Anna Piroli e del mdi ensemble diretto da Filippo Perocco. La presentazione nelle nuove partiture, tra le quali s’incastonava a meraviglia - ancora fresco e vivamente moderno nella concezione formale e sonora nonostante gli 80 anni di vita - Kontraste per clarinetto, violino e pianoforte di Béla Bartók, era perfezionata dall’ascolto di Akrostichon-Wortspiel. Seven Scenes From Fairy-tales per soprano ed ensemble della stessa Chin. Il pezzo, nato un quarto di secolo fa, nei suoi sette “scenari” musicali, innervati di teatralità psicologica e respiro narrativo tenace, ha ancora una tenuta formidabile. L’interpretazione della giovane Piroli e del gruppo lo ha fatto vibrare col prezioso avvicendamento di astrattezza e robusta incisività, di silenzi o dinamiche sussurranti e corposità timbrico-vocali, rafforzandone il peso di partitura in cui ricerca e fantasia agguerrita si fondono con incantatoria bellezza e sicurezza meticolosa di scrittura.
Non hanno sfigurato, anche se sulla carta il pericolo c’era, le due prima assolute. Crystal Line di Baldi è una sorta di meditazione fondata su tempi di ascolto/attesa ampi, di metodologie vocalistiche raffinate e di una dialettica voce-strumenti segnata dalle rifrazioni più che dai contrasti. Sulgame di Yoon, più estroverso, quasi grottesco, nell’accumulo di situazioni e materiali - tanto quanto Baldi suonava controllato e “sospeso” - ma senza uscire dalla dimensione di un gioco compositivo vario - se non sempre abbastanza complesso - è sorretto da una gestione matura di molteplici (forse troppe sovrapposte) le grammatiche moderne pur avendo una sua caratterizzazione sonora e “gestuale”. Tant’è che la valutazione d’ascolto ha diviso il pubblico ma non l’approvazione complessiva, anche per una confezione esecutiva ch’era difficile immaginare migliore.