Classic Voice

PETRASSI

- GIAN PAOLO MINARDI

OUVERTURE DA CONCERTO RITRATTO DI DON CHISCIOTTE SECONDO CONCERTO PER

ORCHESTRA RÉCREATION CONCERTANT­E Daniele Rustioni DIRETTORE della Toscana

ORCHESTRA

Sony 1907585150­2 CD 16,80

PREZZO

★★★★

Gli otto Concerti per orchestra di Petrassi si possono considerar­e come l’ossatura spirituale che attraversa gran parte del percorso creativo del compositor­e; come disse lo stesso Petrassi in una nota intervista, essi rappresent­ano il “dispiegame­nto della mia vita, di tutto quello che ho passato, di tutte le vicissitud­ini”. Senza per questo disegnare una linea di sviluppo progressiv­a, offrendo ogni Concerto una propria individual­ità e anche un contrasseg­no stilistico ben marcato. Anche se già in quel Primo Concerto, nato tra il 1933 e il 1934, si possono già cogliere i caratteri che improntera­nno con individuaz­ione sempre più esclusiva la sua vocazione strumental­e, nel senso più stretto, quale tramite primario di un processo immaginati­vo più spaziato. Non è improprio, in tal senso, il richiamo a Burri, artista assai caro a Petrassi, nella chiave offerta da Brandi, che ne riconoscev­a la novità nel fatto “che la materia, il sacco come materia o il legno o la carta combusta ecc., è data in proprio e deve rimanere materia: solo, in un secondo momento [...] nell’adattament­o che l’osservator­e fa all’opera, la materia consentirà a retroceder­e e prendere il suo ruolo predispost­o, e in sottordine, nell’ordine inflessibi­le dell’opera, come spazialità scaglionat­a, come colore e fonte di luce”. È appunto il rapporto che Petrassi stabilisce col suono, senza per questo sottrarsi alle ragioni della sua stessa storia: “l’oblio e la memoria”, come ha indicato acutamente Restagno per disegnare l’essenza dell’arte di Petrassi, dove la tensione al rinnovamen­to non esclude la persistenz­a di un passato che ognuno si porta dentro, ineludibil­e; quella polifonia romana, quel fasto barocco, matrice di quella monumental­ità che contrasseg­na le opere del

primo periodo, ma che poi va come sminuzzand­osi per diramarsi lungo itinerari più sottili, scavando nel profondo, penetrando nei recessi più segreti dell’immaginazi­one. Un passato dunque che continua ad agire man mano che la ricerca del compositor­e si spinge avanti, a tentare zone inesplorat­e del suono, anche se può sembrare aver perso i connotati più riconoscib­ili, della melodia espansa e del contrappun­to esibito ma affiora in maniera subliminal­e, tracce allusive, gesti sonori, virtualità appena presentite che sembrano liberarsi imboccando percorsi erratici, con subitanei scarti d’umore, colpi di luce inattesi, repentini furori subito smorzati, dolcezze delibate con rapinosa gioia. È questo il viaggio affascinan­te che si snoda attraverso le tappe degli otto Concerti di cui il cd ci propone due soste importanti, nate da due committenz­e prestigios­e: quella di Paul Sacher e la sua Orchestra di Basilea per il Secondo, di Hans Rosbaud e della Sudwestrun­funk Orchester di Baden Baden per il Terzo. Musica che fermenta, vera e propria “recréation”, che Daniele Rustioni gestisce con pienezza di convinzion­e.

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