PETRASSI
OUVERTURE DA CONCERTO RITRATTO DI DON CHISCIOTTE SECONDO CONCERTO PER
ORCHESTRA RÉCREATION CONCERTANTE Daniele Rustioni DIRETTORE della Toscana
ORCHESTRA
Sony 19075851502 CD 16,80
PREZZO
★★★★
Gli otto Concerti per orchestra di Petrassi si possono considerare come l’ossatura spirituale che attraversa gran parte del percorso creativo del compositore; come disse lo stesso Petrassi in una nota intervista, essi rappresentano il “dispiegamento della mia vita, di tutto quello che ho passato, di tutte le vicissitudini”. Senza per questo disegnare una linea di sviluppo progressiva, offrendo ogni Concerto una propria individualità e anche un contrassegno stilistico ben marcato. Anche se già in quel Primo Concerto, nato tra il 1933 e il 1934, si possono già cogliere i caratteri che impronteranno con individuazione sempre più esclusiva la sua vocazione strumentale, nel senso più stretto, quale tramite primario di un processo immaginativo più spaziato. Non è improprio, in tal senso, il richiamo a Burri, artista assai caro a Petrassi, nella chiave offerta da Brandi, che ne riconosceva la novità nel fatto “che la materia, il sacco come materia o il legno o la carta combusta ecc., è data in proprio e deve rimanere materia: solo, in un secondo momento [...] nell’adattamento che l’osservatore fa all’opera, la materia consentirà a retrocedere e prendere il suo ruolo predisposto, e in sottordine, nell’ordine inflessibile dell’opera, come spazialità scaglionata, come colore e fonte di luce”. È appunto il rapporto che Petrassi stabilisce col suono, senza per questo sottrarsi alle ragioni della sua stessa storia: “l’oblio e la memoria”, come ha indicato acutamente Restagno per disegnare l’essenza dell’arte di Petrassi, dove la tensione al rinnovamento non esclude la persistenza di un passato che ognuno si porta dentro, ineludibile; quella polifonia romana, quel fasto barocco, matrice di quella monumentalità che contrassegna le opere del
primo periodo, ma che poi va come sminuzzandosi per diramarsi lungo itinerari più sottili, scavando nel profondo, penetrando nei recessi più segreti dell’immaginazione. Un passato dunque che continua ad agire man mano che la ricerca del compositore si spinge avanti, a tentare zone inesplorate del suono, anche se può sembrare aver perso i connotati più riconoscibili, della melodia espansa e del contrappunto esibito ma affiora in maniera subliminale, tracce allusive, gesti sonori, virtualità appena presentite che sembrano liberarsi imboccando percorsi erratici, con subitanei scarti d’umore, colpi di luce inattesi, repentini furori subito smorzati, dolcezze delibate con rapinosa gioia. È questo il viaggio affascinante che si snoda attraverso le tappe degli otto Concerti di cui il cd ci propone due soste importanti, nate da due committenze prestigiose: quella di Paul Sacher e la sua Orchestra di Basilea per il Secondo, di Hans Rosbaud e della Sudwestrunfunk Orchester di Baden Baden per il Terzo. Musica che fermenta, vera e propria “recréation”, che Daniele Rustioni gestisce con pienezza di convinzione.