DURANTE CONCERTOS STRINGS FOR
Imaginaire ENSEMBLE Cristina Corrieri
DIRETTRICE
2 CD Brilliant Classics BR 95542 10,10
PREZZO
★★★★/★★★★★
98 minuti e spiccioli per due cd parrebbero un fuor d’opera, ma lo spreco di plastica si giustifica con l’aggiunta di una recente riscoperta come il Concerto in Si bemolle maggiore, che viene così ad aggiungersi alla serie degli otto già incisi nell’interpretazione di Concerto Köln, uscita nel 1990 e tuttora disponibile in ristampa su etichette Capriccio e Phoenix. Curioso a dirsi: quanto l’allora giovane complesso tedesco ci dava dentro in vulcanica concitazione secondo un diffuso stereotipo oltremontano di ciò che dovrebbe essere il sound napoletano del Settecento, altrettanto Cristina Corrieri e il suo italianissimo Ensemble Imaginaire ci restituiscono una meditata lettura a parti reali e dinamica contenuta dove meglio risaltano l’intreccio polifonico delle parti, le raffinatezze armoniche, gli scarti ritmici e agogici che fanno di questi “Concerti per quartetto”, composti forse a cavallo del 1740, un unicum nella letteratura cameristica del secolo.
Chi ha ragione? Probabilmente i Nostri. Francesco Durante (1684-1755), enig-
matico maestro dei maestri, scrisse fiumi di musica sacra, cantate da camera e sonate per clavicembalo. Di più: tenne scuola di alto perfezionamento nei conservatorii napoletani dei Poveri di Gesù Cristo, di Santa Maria di Loreto e di Sant’Onofrio a Capuana. Dalle sue lezioni uscirono operisti di gran fama quali (elenco non esaustivo) Pergolesi, Traetta, Piccinni, Paisiello, Jommelli; ma personalmente non compose mai per il teatro. Il segreto del suo successo didattico sta certo nella combinazione di rigore e sperimentalismo che metteva i suoi allievi in grado di padroneggiare qualunque genere e stile di composizione. Si confrontino nella presente registrazione i canoni e i ricercari dei Concerti n. 3, 4 e 6 coi movimenti contrassegnati “affettuoso” e “amoroso” (nei Concerti 1, 2, 8). Quest’ultimo, sottotitolato “La Pazzia”, contiene un esteso Allegro iniziale paragonabile a una scena operistica di furore, ed anche nell’Allegro conclusivo fa onore al programma con fraseggi intercisi e modulazioni fuor di squadra. Per non dire di un’intrigante reminiscenza tematica vivaldiana, dunque “moderna”, nel Presto del Concerto 5. Onore ai bravi musicisti e alla direttrice, che firma anche le note di corredo. E invece sonore fischiate all’art director, che ci propone in copertina una tela del “tenebrista” Carlo Saraceni raffigurante Santa Cecilia liutista e un angelo al contrabbasso. Bella sì ma fuorviante quanto ad epoca, area di provenienza e organico musicale, e perdipiù deturpata, come pure il back-inlay, da un orrido carattere pseudogotico. Latita poi la collocazione (Roma, Museo Nazionale d’Arte Antica), ed anche all’anonimo ritratto dello stesso Durante – taroccato in anamorfosi verticale forse per smagrirlo e non pagar dazio – manca l’indicazione della fonte: Bologna, Museo internazionale della musica, B 39218. Conosciamo la risparmiosa politica dell’etichetta olandese, ma questa a casa nostra si chiama pirateria.