ADAMS
CONCERTO PER VIOLINO Leila Josefowicz VIOLINO David Robertson
DIRETTORE
St. Louis Symphony
ORCHESTRA
CD Nonesuch 75597 - 93510
17,50
PREZZO
★★★★★
Risposta americana ai Berliner? Non proprio, ma forse. Pochi mesi dopo il gioiello editoriale dei tedeschi (intesi come Filarmonica di Berlino) con la John Adams Edition registrata dal vivo nella stagione 2016-2017, ricca di stelle (Simon Rattle, Gustavo Dudamel, Alan Gilbert, Kirill Petrenko) e stracarica di tensione, ecco che appare sciolto il Concerto per violino prodotto di là dell’oceano. Ma non è concorrenza perché nel box il Concerto non c’era. C’era, invece, la clamorosa Scheherazade.2, “Sinfonia drammatica per violino e orchestra” diretta da Adams in persona, solista la stessa Leila Josefowicz per cui il voluminoso e rapsodico pezzo è stato scritto, nel 2015. Il Concerto per violino è di tutt’altro periodo (1993), differente lo schema formale, ma l’andamento rapsodico non gli è estraneo, e la successione in crescendo e accelerando dei tre movimenti (chiamarli così è cosa strana) richiama l’andamento a freccia della Schehérazade.2, senza la massività. La continuità sta nella mano che apre la pagina, perché Leila Josefowicz non esegue né interpreta, è corpo stesso della musica di Adams. Chi ne conosce lo strumentismo tagliente e aggressivo, la personalità da classica post-punk, il rapporto stretto e ormai lunghissimo con Adams e il suo Concerto (lo ha eseguito cento volte cento), sa che è difficile immaginare un altro violino per questa partitura che porta forti i segni del pensiero ripetitivo, ma non troppo assorbe la grandeur del massimalismo. Il primo movimento ha dimensioni quasi del tutto cameristiche, il secondo riprende la forma della Ciaccona metabolizzandola con iterazioni che la rendono quieta anteprima del perpetuum mobile del terzo. E qui David Robertson dice qualcosa di suo nella resa del Concerto: lavora più sulle finezze che sulle evidenze, non è esteriore e chiassoso, servito con onore dalla St. Louis Symphony. E nella lunga cavalcata la walkiria Josefowicz è spettacolo nello spettacolo. Non per caso nel sottotitolo della Ciaccona si legge “Body through which the dream flows”.