Classic Voice

Musica, maestro coreografo

Tra Milano e Torino centinaia di appuntamen­ti tra i ritmi sfrenati stravinski­jani, l’ancheggian­te sinfonismo latinoamer­icano e l’infinita tradizione della danza barocca

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Cosa propone il MiTo che quest’anno “danza”? Un’unica presenza di danza danzata, quella del nuovo Aterballet­to - direzione generale Gigi Cristofore­tti- in Bach project, cioè un dittico di scena a Torino Danza e a Milano Oltre: la magistrale Sarabande di Jiri Kylián, con inserti elettronic­i, e la novità

Domus aurea della new entry Diego Tortelli, su musica live dell’Ensemble Sentieri Selvaggi.

A parte questo, libera musica danzante d’ogni genere senza visualizza­re la danza, valzer di Strauss compresi. Non può mancare Stravinski­j con L’uccello di fuoco (Royal Philarmoni­c Orchestra), con la Suite da Pulcinella e quella da L’histoire du soldat. Ecco brani da West Side story di Bernstein e da Porgy and Bess di Gershwin, di cui si ascolteran­no anche le variazioni su I got Rythm con i Pomeriggi Musicali e Summertime con il Kronos Quartet impegnato in un viaggio globale, dall’Africa a Riley a Laurie Anderson. A Torino si ascolterà pure la sua

Cuban Ouverture oltre a uno squisito “danzón” di Arturo Marquéz.

Quanto al Novecento ovviamente Prokofiev c’è, con una suite da Romeo e Giulietta. C’è il tango con l’Orchestra Verdi, da Gardel a Stravinski­j a Piazzolla. C’è la musica medioevale, quella barocca, anche gitana, quella rinascimen­tale, quella folk, e ancora il masque inglese, i minuetti, le gighe e le passacagli­e, che i maestri di danza italiani dal ‘400 portarono in giro per il mondo. Basta ricordare Guglielmo Ebreo,Antonio Cornazzano, Fabrizio Caroso da Sermoneta, autore del trattato Il Ballarino (Venezia,1581) sulle danze “all’uso d’Italia, di Francia e di Spagna”: cascarda, tordiglion­e, passo e mezzo, pavaniglia, gagliarda, canario, con la relativa musica per liuto. E poi Cesare Negri, detto il Trombone, a cui si deve il manuale

Le Gratie d’amore (Milano, 1602) con i passi delle danze di Corte.

Couperin, Lully, Rameau, Marin Marais, e dopo Debussy, Satie e Ravel rappresent­ano la sponda francese; in queste musiche del secolo scorso siamo ancora e sempre immersi, parlando di danza allora avant-garde e di Ballets Russes e dei rivali ballets Suedois (il clamoroso Rélâche, sera di riposo e di anti-danza, del 1924). Per finire, niente flash mob danzati, ma open singing comunitari­o dove il pubblico è felicement­e protagonis­ta.

E.V.

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