Diamogli un Nobel
Quattro grandi autori che ancora mancano nel palmares veneziano
Arvo Pärt. Il primo candidato a un giusto Leone d’Oro alla carriera è lui, l’uomo di Paide, Estonia, il maestro silenzioso
che l’11 settembre compie 83 anni. Il quietissimo restauratore dell’arte antica che si è permesso il gesto più estremo: negarsi all’abbondanza citazionista del postmoderno, lasciarsi alle spalle il serialismo e sedersi fra le antiche pietre del Medio Evo, quando lo scopo della musica era comunicare messaggi sulla vita, su Dio, sulla religione.
Harrison Birtwistle. A 84 anni è la
maggior gloria vivente della musica britannica. Fonda la cosiddetta Scuola di Manchester insieme a Elgar Howarth, Peter Maxwell Davis e Alexander Goehr. Si forma a Londra e al King’s College è “Henry Purcell Professor of Composition” dal ‘94 al 2011. Linguaggio moderno, sulle ali di Stravinsky, grande amore per la mitologia greca, forti inclinazioni ritmiche. Dodici opere di teatro in catalogo e il rispetto di Boulez, Rattle,
von Dohnányi, Barenboim e Pappano, che lo hanno eseguito.
George Benjamin. A dirlo meritevole di un Leone d’Oro è lo stesso Ivan Fedele. Inglese, classe 1960, Benjamin è stato il più giovane compositore ad essere eseguito ai Proms, nel 1980. Allievo di Messiaen a Parigi, è succeduto ad Harrison Birtwistle come “Henry Purcell Professor of Composition” al King’s College di Londra. Ha mano originale nel repertorio strumentale più vario ma ha raccolto grande successo con la sua terza opera, Written on Skin, dedicata al trovatore Guillaume de Cabestanh (Aix, 2012; Covent Garden, 2013).
John Adams. Worcester, Massachusetts, 1947. Per i suoi settant’anni i Berliner gli hanno dedicato un gran festival diretto da lui e dal fior fiore della direzione
(Rattle, Dudamel, Petrenko, Gilbert). Posizione alta nella storia della musica del dopoguerra. Con lui il minimalismo americano è volato nell’orbita del grande sinfonismo e del teatro musicale contemporanei. Ha scritto otto opere, da Nixon in China (1985) a Girls of the Golden West (2017). Capolavori? Shaker Loops, Harmonielehre, almeno due opere, diversi pezzi da camera e per grande organico. C.M.C.