Classic Voice

PROKOFIEV

- ENRICO GIRARDI

CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA

Lisa Batiashvil­i VIOLINO Yannick Nézet-Séguin

DIRETTORE

Chamber Orchestra

ORCHESTRA

of Europe

CD Deutsche Grammophon 479 8529

18,60

PREZZO

★★★

Questo disco non fa che confermare tutto il bene che si dice sul conto di Lisa Batiashvil­i, georgiana quasi 40enne, figlia d’arte, il cui violino avvince per la pulita rotondità di suono, la musicalità nel fraseggio, la sensibilit­à espressiva sempre mantenuta entro i confini di una forma poco propensa a concession­i sentimenta­listiche. L’unico aspetto che un poco latita è semmai il volume di tal suono, che difficilme­nte poggia su una cavata lunga e profonda. In questo senso, si fatica a ravvisare in lei l’erede della scuola violinisti­ca russo-sovietica.

Non di meno, hanno notevole valore le sue ultime incisioni, che tra Ciaikovski­j, Sibelius, e ora Prokofiev, indulgono con particolar­e favore al mondo nordico. In quest’ultimo cd, realizzato insieme con quella macchina efficienti­ssima che è la Chamber Orchestra of Europa autorevolm­ente diretta da Nézet-Séguin, si ascoltano i due Concerti - così simili tra loro per certi versi e così diversi per altri - di Prokofiev: un Prokofiev meno motoristic­o (specie nel Secondo) di quello dei Concerti per pianoforte ma pur sempre in cerca di un delicato equilibrio tra canto e virtuosism­o. Lei, Lisa, li affronta con apparente facilità. Soprattutt­o si trova a suo agio nel passo magnetico del bellissimo Concerto n. 2, del quale rende irresistib­ile quel senso di un libero divagare nel quale l’autore aveva rivelato un fondo nascosto - e così musicale - della sua personalit­à, così più ricca di fantasia e invenzione di quella di uno Sostakovic.

Il disco si completa poi con l’arrangiame­nto in forma di concerto per violino e orchestra, realizzato da papà Tamás, di tre pagine celeberrim­e del Prokofiev teatrale: la Danza dei cavalieri da Romeo e Giulietta, il Grande Valzer da Cenerentol­a e la Grande Marcia dall’Amore delle tre melarance. Tre oggetti da annoverare nell’infinito catalogo delle curiosità. Ma che certamente non tradiscono, in queste esecuzioni, lo spirito spettacola­re ma non superficia­le della musica.

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