SUITES HOMAGES AND
Renata Arlotti
CHITARRA
Stradivarius 37079 CD 14,90
PREZZO
★★★★
Due dischi lontani per repertorio, formazione ed età anagrafica dei loro interpreti permettono, oltre la segnalazione in sé, anche qualche breve riflessione su come rappresentino, pur essendo apparsi contemporaneamente, due mondi lontani nel tempo. Marco Taio, musicista maturo con più di quarant’anni di carriera, Renata Arlotti interprete emergente non ancora trentenne sono entrambi chitarristi ma ad ascoltarli sembra suonino due strumenti diversi: il primo la chitarra del Novecento, la seconda la chitarra del Duemila. L’album di Taio, intitolato come il brano per chitarra e orchestra di Roberto Grisoni (1922-2012) posto in chiusura, contiene anche la Suite Bwv 997 di Bach, due sonate di Scarlatti, altre composizioni di Albeniz, Sainz de la Maza, Lauro e Barrios, i master risalgono agli anni Ottanta e risuonano come la chitarra di quell’epoca (Segovia morì nel 1987), il cui mainstream andava costantemente alla ricerca delle finezze timbriche, trasformando ogni pezzo in un “ricercare”, cioè nello spunto per far apprezzare nei minimi dettagli i timbri e le sfumature di cui le sei corde sono capaci: oggi ancor più che allora è istruttivo ascoltare, per esempio, l’interpretazione magistrale di Scarlatti o il cantabile di Albeniz che davvero non fanno rimpiangere Segovia o nessun altro maestro storico. Anche il repertorio della Arlotti ha una forte impronta segoviana, trattandosi di composizioni (quantunque poco eseguite) di Mario Castelnuovo-Tedesco e Vicente Asencio ed essendo lei stessa un prodotto dell’Accademia Chigiana dove Segovia svolse il suo apostolato, da decenni autorevolmente consegnato