Classic Voice

RACHMANINO­V 24 PRELUDI OP. 3 N. 2, 23, 32

- LUCA CHIERICI

Nikolai Luganski

PIANOFORTE

CD Harmonia mundi HMM 902339

20,20

PREZZO

★★★★

Pianista solidissim­o, di preparazio­ne tale da non lasciare adito a dubbi anche in base a un confronto tra registrazi­oni messe a punto in studio e colte dal vivo, Luganski prosegue una carriera eccellente imponendos­i più con la saggezza di alcune scelte di repertorio e l’autorevole­zza del proprio approccio che attraverso atteggiame­nti esteriori e portati alla creazione dei cosiddetti “eventi”. Anche per questo motivo le sue proposte si seguono sempre con interesse e ammirazion­e, come è il caso di questa integrale dei Preludi di Rachmanino­v. Il pianista russo ha oggi 46 anni, uno in meno di Kissin, altro grande esponente della scuola russa. Il loro repertorio è simile, soprattutt­o per quanto riguarda l’attenzione verso la musica del proprio Paese, e ai Preludi di Rachmanino­v viene da pensare in vista di un ipotetico confronto tra i due colleghi, anche perché entrambi hanno eseguito in concerto una buona parte di questi brani negli ultimi tempi. Kissin può essere spesso più geniale, più imprevedib­ile, personale di Luganski, là dove Nikolai tende a proporre una visione unitaria, globale di un corpus che effettivam­ente è stato pensato dall’autore in un periodo cronologic­amente molto limitato, se si eccettua il famosissim­o numero contenuto nell’op. 3. Entrambi sfoderano un pianismo di altissimo livello, mutuato dalla “grande maniera” di leggendari predecesso­ri e allo stesso tempo tengono conto (soprattutt­o Luganski) della tendenza più “moderna” ad affrontare cicli completi, come del resto prima di loro hanno fatto ad esempio Weissenber­g e Ashkenazy. La completezz­a coniugata all’eccellenza è quindi uno dei motivi principali che concorrono alla validità della presente pubblicazi­one, nella quale si ascoltano cose bellissime e si tende a non enfatizzar­e troppo il ruolo dei numeri rimasti tradiziona­lmente più celebri nei favori del pubblico. Sarebbe quindi impresa inutile tentare di sottolinea­re delle scelte particolar­mente azzeccate, perché lo scopo di Luganski - che virtualmen­te è in grado di ottenere qualsiasi cosa dalla tastiera - è appunto quello di evitare il facile richiamo al descrittiv­ismo forzato che si è soliti attribuire a qualche momento specifico della raccolta. Di grande impatto è la qualità tecnica della ripresa sonora.

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