Classic Voice

“FAR ARRETRARE L’EGO DELL’ESECUTORE PER PORTARE AVANTI QUELLO CHE IL TESTO MUSICALE PUÒ EVOCARE”

- CARLO FIORE

Antoine e Jean-Baptiste Forqueray (padre e figlio) appartengo­no a una delle più illustri famiglie di musicisti del Sei e Settecento francesi, autori di musica per viola da gamba e clavicemba­lo a solo e in formazione cameristic­a densa di contenuti intertestu­ali, di riferiment­i più o meno nascosti alla vita musicale di allora, di un costante gioco di omaggi e allusioni che, misti a un cospicuo impegno virtuosist­ico, ne fanno repertorio molto caro ai virtuosi di entrambi gli strumenti ma ancora non dotato di una panoramica completa come quella che adesso ci consegna Michèle Dévérité come prima firma di un ensemble prestigios­o. I primi tre dischi contengono la musica di Antoine e le riscrittur­e del figlio Jean-Baptiste mentre il quarto, importante plusvalore di storia della ricezione, contiene diciassett­e composizio­ni dedicate ai Forqueray da Rameau, Couperin, Duphly e altri maestri dell’epoca, utili a mostrare uno stile non solo come esso stesso voleva mostrarsi ma anche come gli altri lo vedevano. Rispetto alla discografi­a preesisten­te, già cospicua e prestigios­a per entrambi gli strumenti (citiamo solo Savall e Pandolfo tra i violisti e Rousset e Rannou tra i cembalisti), qui si avverte una certa deliberata tendenza a far arretrare l’ego dell’esecutore per portare avanti quello che il testo musicale può evocare; una tale scelta non è in assoluto raccomanda­bile né vantaggios­a per lo status al quale l’interpreta­zione deve ambire ma proprio in questo repertorio così denso di idiosincra­sie (e in quest’epoca di individual­ismo manierista) crediamo sia una scelta coraggiosa e utile a fare di questo impegnativ­o ascolto (oltre quattro ore di musica) un’esperienza di costante intensità.

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