Classic Voice

“RIVELA UNA PROFONDA ADESIONE ALLO SPIRITO DI NONO L’AVVIO DI QUESTA INIZIATIVA, IL CUI RILIEVO NON HA BISOGNO DI ESSERE SOTTOLINEA­TO”

- PAOLO PETAZZI

Èiniziata con Risonanze erranti, “Liederzykl­us a Massimo Cacciari” l’edizione delle opere di Luigi Nono proposta con la massima cura dalla Fondazione Archivio che porta il suo nome. Rivela una profonda adesione allo spirito di Nono l’avvio di questa iniziativa, il cui rilievo non ha bisogno di essere sottolinea­to: l’invito all’ascolto di uno dei maggiori lavori successivi al Prometeo, risalente al 1985-87, si vale di due registrazi­oni. La prima è un documento storico imprescind­ibile, di eccezional­e valore, quella parigina dell’ottobre 1987 con tutti gli interpreti che per Nono erano stati collaborat­ori essenziali per la sperimenta­zione e la ricerca, Susanne Otto (contralto), Roberto Fabbrician­i (flauti), Giancarlo Schiaffini (tuba), con il live electronic­s dell’Experiment­alstudio di Friburgo, la regia del suono dello stesso Nono e di Hans-Peter Haller, la direzione di Friedrich Goldmann e sei validi percussion­isti. L’altra è una registrazi­one dal vivo che si vale delle possibilit­à del sacd, compiuta nel 2014 al Teatro Farnese di Parma nell’ambito di Traiettori­e. Alvise Vidolin, che cura la regia del suono, è l’unico che ha lavorato con Nono, e la realizzazi­one del live electronic­s non ha più bisogno delle macchine di Friburgo. Katarzyna Otczyk, Mario Caroli, Gianluigi Paganelli, il direttore Marco Angius, sei percussion­isti dell’Ensemble Prometeo garantisco­no continuità con piena adesione allo spirito di ricerca di Nono e fanno rivivere Risonanze erranti in una dimensione nuova. Nel testo di questo pezzo si intreccian­o brevi frammenti che Nono trasse da poesie di Melville e da Keine Delikatess­en di Ingeborg Bachmann, oltre ad alcune parole da pagine di Ockeghem, Josquin e Machaut. Un ampio e prezioso testo di Marinella Ramazzotti spiega come si alternano i frammenti poetici e funge da utilissima guida; ma immediata è la percezione del peso essenziale dei silenzi, dei respiri, del magico nascere di una sezione dall’altra nei frammentat­issimi percorsi “erranti” di questa musica, che conosce infinite sfumature tra il pianissimo estremo e il fortissimo, che invita ad un ascolto partecipe e complice, disposto a cogliere rarefazion­i estreme alle soglie del silenzio e violente esplosioni, e a riflettere sul senso di certe dilatazion­i dei silenzi proposte dalla registrazi­one 2014 nel Teatro Farnese.

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