YELLOWJACKETS
SASSOFONI E ARRANGIAMENTI Bob
MIntzer
PIANOFORTE Russel Ferrante
BASSO ELETTRICO Dane Alderson BATTERIA Will Kennedy
JAZZCLUB Blue Note
“Particolarmente ispirati gli interventi pianistici di Russel Ferrante e le ritmiche a orologeria di Will Kennedy”
Al di là della forza dei numeri (si contano 200 eventi, 500 artisti, 100 luoghi fra Milano e provincia) la terza edizione di Jazzmi (dal 2 al 13 novembre) ha riservato piccoli tesori che, per chi sceglie gli sterrati anziché le autostrade dell’ascolto “politically correct”, meritano un commento a costo di non essere graditi a chi il festival lo ha percepito come la festa per i cinquant’anni degli Art Ensemble Of Chicago (l’avanguardia di ieri che non ha più molto da rivelare). La prima perla la si è trovata nel certosino lavoro del chitarrista, Birélli Lagrène, che - imbracciando il basso elettrico e sorprendendo il pubblico che lo conosceva per l’altro strumento - ha omaggiato il genio sregolato di Jaco Pastorius (1951-1987), inventore del basso fretless (senza tasti). Lagrène ha ricostruito in concerto la portata storica dell’invenzione stilistica per uno strumento che prima di Jaco era nel jazz poco più che un sostegno alle armonie di chitarre e pianoforti limitato al registro grave. Pastorius, come Lagrène ha ricordato riproducendone le tecniche, è stato l’artista che ha ridefinito il potenziale del basso elevandolo a strumento melodico (con l’uso di armonici per i temi e gli assoli nel registro acuto); armonico (con arpeggi e accordi mediati dalla scrittura per sezioni fiati) e percussivo (con l’uso di effetti elettronici). Fra l’altro Biréli Lagréne, chitarrista francese nato nel 1966, ha condiviso il palco e ha inciso dischi con Jaco (Stuttgart Aria, e Live in Italy entrambi del 1986). In concerto ha riprodotto il repertorio sia di Jaco solista pescando da Word of Mounth del 1981 e da Twins dell’anno successivo - sia da quello con i Weather Report, da Black Market a Mr Gone finendo con la storica composizione di Joe Zawinul, Mercy Mercy Mercy. Seconda perla di Jazzmi il concerto al Blue Note degli Yellowjackets il 13, a conclusione della rassegna. Allo stile inconfondibile, incisivo eppure lieve ed elegante, che caratterizza la band dalle sue origini sul finire degli anni Settanta, si aggiunge l’energia scaturita da Rising Our Voice, il nuovo lavoro che include tre brani riarrangiati per lasciare spazio alla voce (su disco non dal vivo) della brasiliana Luciana Souza. Sebbene sia stato suonato in forma strumentale Man Facing North conduce l’ascoltatore in un’atmosfera leggera e ariosa, mentre Timeline e Solitude sono ammantati della nuova linfa rivitalizzante che attraverso il gruppo in questo 2018. Particolarmente ispirati gli interventi pianistici di Russel Ferrante e le ritmiche a orologeria di Will Kennedy.