Addio vecchia ribalta
Simbolo delle “riforme” di Toscanini anche la fusione di palcoscenico e orchestra voluta un secolo fa. Pensando a Wagner
Agosto 1920: mentre Toscanini è al lavoro per costruire l’orchestra, che dopo una lunghissima tournée fra Italia e Stati Uniti diventerà l’orchestra stabile della Scala, in teatro comincia il grande restauro. Il primo intervento riguarda la demolizione dell’enorme ribalta che rendeva difficile la fusione fra le voci in palcoscenico e l’orchestra: da effettuare con la massima cautela per evitare di compromettere l’acustica della sala. Perciò, dopo l’abbattimento provvisorio, si procede a un esperimento con l’orchestra, alla presenza “di un pubblico di personalità artistiche e dei rappresentanti della stampa”, come informa il “Corriere”. Toscanini ne avvisa così Ferruccio Calusio, che sarà uno dei suoi più fedeli collaboratori alla Scala: “Carissimo, Domenica, 29 corr., alle 9 ½ antimer. farò la prima prova d’orchestra per esperimentare l’acustica della Scala dopo il taglio del proscenio… Ti aspetto infallentemente…”. Dopo quell’avverbio, difficile che Calusio abbia potuto pensare di sottrarsi.
Il “Corriere” spiega che l’orchestra aveva preso posto nello spazio lasciato libero tra la platea e il proscenio: «Tutti i punti della sala – platea, palchi galleria, loggione - furono oggetto di osservazioni. Ma unanime fu la constatazione della bontà del risultato. L’onda sonora non apparve per nulla mutata: la sua chiarezza riuscì, come prima, trasparente e senza echi. L’abolizione della ribalta può dunque considerarsi un fatto compiuto, insieme al conseguente aumento dello spazio della platea che si avvantaggerà di una o due file nuove di poltrone”. La “Rivista teatrale melodrammatica” concorda: “La ribalta enorme e ingombrante, che valeva solo a tener lontana l’orchestra dalle voci, sarà soppressa. A constatare che le perfette condizioni acustiche della sala non soffrirebbero alterazioni, ebbe luogo domenica un esperimento organizzato dalla commissione scaligera e diretto dal maestro Toscanini. Si eseguì - a ribalta soppressa - il preludio del Lohengrin, per gli effetti orchestrali, e alcune scene dell’Aida per gli effetti d’insieme. L’esperimento provò come la riforma abbia - specie nei riguardi dell’orchestra - favorito, piuttosto che danneggiato, l’acustica. Portato il boccascena al di là dei palchi di proscenio, ne guadagnano anche l’estetica e l’illusione, essendo assurdo vedere dei ‘frak’ [sic] affacciarsi e fondere la stonatura d’una toilette moderna fra i costumi della leggenda o del romanzo”.
Chissà cosa scriverebbe il redattore della “Rivista teatrale melodrammatica” oggi, essendo più facile vedere i frac sul palcoscenico che tra il pubblico. M.B.