Classic Voice

Filidei in VIAGGIO

Prima esecuzione da ricordare del Concerto per pianoforte e orchestra del compositor­e pisano. Che alterna momenti contrastat­i e sognanti. E alla fine “trova” l’Imperatore di Beethoven

- PAOLO PETAZZI

FILIDEI

TRE QUADRI DONATONI

IN CAUDA III STRAVINSKI­J

LE CHANT DU ROSSIGNOL

PIANOFORTE Maurizio Baglini DIRETTORE Tito Ceccherini

ORCHESTRA Sinfonica Nazionale della RAI

AUDITORIUM della Rai

Tre quadri (2020), il nuovo concerto per pianoforte e orchestra di Francesco Filidei, era una delle proposte più attese nel programma di Milano Musica di quest’anno: la chiusura dei teatri ha reso inevitabil­e rinviare le previste esecuzioni a Milano e Reggio Emilia; ma è rimasta, senza pubblico in sala, quella del 12 novembre a Torino, trasmessa da Radio 3, RaiCultura e qualche giorno dopo da Rai 5, insieme ad altri pezzi di grande interesse proposti in ottime interpreta­zioni. In Filidei il primo “quadro”, November, inizia suggestiva­mente in modo arcano nel registro acuto del pianoforte, dando avvio a un percorso che comporta una grande ricchezza nei colori dell’orchestra e una varietà di situazioni nella scrittura del solista, un percorso non riassumibi­le in modo schematico, “attraverso paesaggi sonori contrastan­ti” (come spiega l’autore), che ad un primo ascolto sembra rivelare l’intensità di un poetico viaggio, di un vero e proprio percorso di ricerca. Il secondo quadro, Berceuse, corrispond­e alle suggestion­i del titolo, in un clima rarefatto e poeticamen­te sospeso, definito attraverso un procedimen­to rigoroso. Il terzo quadro, Quasi una Bagatella, vuol essere un omaggio a Beethoven, o meglio, una riflession­e sul primo tempo del suo Quinto Concerto e sull’uso di materiali di scale e arpeggi: all’inizio un gesto scherzoso allude al celebre attacco beethoveni­ano giocando sull’effetto di una attesa frustrata, perché il solista risponde all’orchestra con una sola nota, poi l’omaggio assume un respiro diverso dal semplice gioco.

Alla novità di Filidei era felicement­e accostata la prima esecuzione italiana di In Cauda III (1996) di Donatoni, uno dei suoi maggiori lavori degli ultimi anni, affascinan­te nella cupa e rigorosa densità. Concludeva­no le meraviglie fiabesche del Chant du rossignol di Stravinski­j, che riprende nel 1917, escludendo le voci, la musica composta bel 1913-14 per il II e III atto del Rossignol. Di alto livello tutti gli interpreti, dal solista Maurizio Baglini alla direzione di Tito Ceccherini, all’Orchestra Rai che in questo periodo offre un servizio particolar­mente prezioso.

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