SCHUMANN BRAHMS
LIEDER MEZZOSOPRANO Elina Garanca
PIANISTA Malcolm Martineau Dg 4839210
CD ★★★
Canta come sempre in modo impeccabile: linea che un eccellente appoggio e proiezione del fiato rende ferma e omogenea lungo la notevole estensione; linea che se non comunica un immediato effetto di morbidezza non è tanto per problemi di emissione, quanto di fraseggio. Il tipico accento, cioè, ottenuto quasi esclusivamente per il variare della dinamica anziché per un dosaggio di colori che metta in evidenza quanto si dovrebbe ritenere il termine chiave della frase. Grandissima cantante, insomma. Artista, un po’ meno. Sicché pone subito un problema, un ciclo come Frauenliebe und-leben di Schumann, serie di fermoimmagini d’una vita amorosa dal suo nascere al suo svilupparsi anche attraverso la maternità fino al suo perdurare nel ricordo dopo la morte dell’amato (i relativi versi, si capisce subito come siano scritti da un uomo; la donna è sempre in subordine, “devo essere felice di avere il privilegio di contemplarlo, perché io sono niente e lui merita tutto”…): imperativo dovrebbe essere il riuscire a dare un carattere a ciascuno di questi frame, e siccome la scrittura sia vocale sia pianistica poggia in misura eccedente sulla melodia pura anziché sull’armonia, è l’interprete che deve farsi carico d’imprimervi le diverse connotazioni espressive. La Garanca non ci riesce. La monotonia serpeggia costantemente al di sotto della perfezione formale, e senza un autentico palpito di femminilità ma anzi oserei dire di sensualità: ci si annoia. Di solito evito di pellegrinare al Muro del Pianto Rammemorante: ma l’incisione di Lotte Lehmann con Bruno Walter al pianoforte… e la bruciante carnosità di Jessye Norman… Meglio le cose con Brahms: quasi tutti i suoi Lieder evitano l’impatto comunicativo immediato, sicché il lavoro sulla dinamica paga dividendi molto maggiori, e i dodici Lieder li udiamo cantati ma pure interpretati molto bene, grazie anche all’ottimo apporto del pianoforte di Martineau.