Classic Voice

BEETHOVEN

- PAOLO PETAZZI

TRII PER VIOLINO, VIOLONCELL­O E PIANOFORTE OP. 70 N. 1 E OP. 97 PIANOFORTE Philippe Cassard

VIOLINO David Grimal VIOLONCELL­O Anne Gastinel CD la dolce volta LDV 76 ★★★★

Tre musicisti che da tempo suonano insieme (pur senza costituire ufficialme­nte un trio stabile) registrano per la prima volta i più celebri tra i Trii di Beethoven con pianoforte, l’ultimo op. 97 “Per l’Arciduca” (1810/11), e l’op. 70 n. 1 “Degli spettri” (circa 1808). Al posto delle informazio­ni sui pezzi, che vengono date per sapute, le note che accompagna­no il cd consistono in una intervista ai tre musicisti, prolissa ma non inutile perché si parla anche della loro prospettiv­a interpreta­tiva. Si richiamano a Furtwängle­r e al Quartetto Amadeus, polemizzan­o con le idee di Walter Levin (che fu primo violino del Quartetto LaSalle) sui tempi di Beethoven e con la ampia diffusione che hanno avuto presso gli interpreti “storicamen­te informati”, rivendican­o la necessità di vedere Beethoven in tutti i suoi aspetti, anche nella tenerezza lirica e nell’umorismo, e di concentrar­e l’attenzione sul “gesto” evitando schematici e riduttivi estremismi. Sull’ultimo punto è ovvio dar loro ragione, ma si può contestare che gli studi di Levin (e prima di Kolisch) sui tempi e sui metronomi di Beethoven portino a conseguenz­e riduttive: quando accade non è colpa loro. Quanto a Collard, Grimal e Gastinel, si può osservare che il lirismo di Beethoven può essere approfondi­to anche tenendo tempi meno placidi di quelli da loro adottati nel Trio op. 97, che a tratti mi è parso un poco rilassato, pur in una esecuzione di valido profession­ismo. Nel Trio op. 70 n. 1 invece l’energia e la concisione del primo e terzo tempo sono poste bene in luce, e persuasiva è anche l’interpreta­zione dello sconvolgen­te “Largo” cui questo Trio deve il soprannome (perché riprende uno schizzo destinato a una scena delle streghe nel Macbeth).

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