Legami inscindibili
Quando il direttore diventa il secondo sindaco della città
Abbado - Berlino
Ai Berliner Philharmoniker dal 1989 al 2002, Claudio Abbdo è il primo direttore non austro-tedesco eletto dagli orchestrali (il romeno Sergiu Celibidache era stato nominato ad interim dalle forze di occupazione). Sostituisce Herbert von Karajan, per 35 anni padre padrone dell’orchestra. L’impatto sulla vita culturale berlinese è dirompente e si inserisce nelle iniziative di ristrutturazione sociale della capitale nella nuova Germania riunificata. Sotto la guida di Abbado, i Berliner diventano uno dei fulcri dell’arte tedesca. Prendono avvio le nuove commissioni e viene
espanso notevolmente il repertorio verso le direttrici della musica contemporanea, come dimostra subito la prima stagione, dedicata al mito di Prometeo, con un programma che spazia da Beethoven a Luigi Nono, morto proprio in quell’anno. Nel 1992, con Natalia Gutman, Abbado inaugura i Berliner Begegnungen, gli incontri berlinesi che permettono ai migliori giovani talenti di confrontarsi con grandi artisti.
Mehta - Firenze
Nel 1962 il direttore venticinquenne arriva a Firenze per dirigere il suo secondo concerto italiano. Mehta è ancora semisconosciuto, indiano di nascita ma viennese di formazione (compagno di Abbado nella classe di Hans Swarowsky). Piace subito, e il teatro vuole tenerselo stretto, socontro
prattutto dopo Traviata del 1964, diretta a memoria. Nel 1969 gli viene affidata la fondazione del moderno Maggio. L’Aida inaugurale però è un disastro, perché Carlo Bergonzi (Radames) si ritrova afono, il sostituto non si trova e la responsabilità ricade sul direttore “straniero”. È Wagner a siglare la pace. Il Ring consegnato a Mehta, debuttante nella Tetralogia, risolleva le sue quotazioni. Gli orchestrali vanno matti per lui. E quando Muti firma con la Scala, il Comunale non può che arruolare Mehta come direttore principale. È il 1985. Nel 2006 la nomina a direttore a vita, un riconoscimento che i vertici del Maggio hanno ripreso, e persino rafforzato nel nuovo corso targato Pereira.
Karajan - Salisburgo
Raro caso di profeta in patria, il salisburghese Herbert
von Karajan, nato a due passi dall’Hotel Sacher, fa il suo debutto come direttore al Festival di Salisburgo nel 1933, dirigendo le musiche per la Scena della notte di Walpurg nel Faust prodotto da Max Reinhardt L’anno seguente, sempre al Festival, dirige per la prima volta i Wiener Philharmoniker. È un legame destinato a durare per sempre, resistendo ai colpi della Seconda Guerra Mondiale e della discussa adesione di Karajan al partito nazista. Nel 1967 dà vita anche al Festival di Pasqua, e nel 1973 al Festival di Pentecoste, in cui per la prima volta i Berliner Philharmoniker suonano all’interno di un teatro, accompagnando i cantanti direttamente sulla scena. Karajan stesso decide di investire parte dei propri guadagni in quest’avventura, rischiando in proprio come un impresario. Aveva visto lungo.