SCHUBERT IN LOVE
CANTANTE Rosemary Standley
COMPLESSO da camera Ensemble Contraste
CD Alpha-Classics 418
N.D.
Ho sempre sostenuto con vigore la non sovrapponibilità delle affermazioni “mi piace” e “è bello”. La prima è valida sempre, giacché si può benissimo sostenere che la Divina Commedia non sia sentita come cosa propria col suo ineliminabile carico di dottrina Scolastica che ne è parte integrante: laddove dire che è brutta sarebbe una cretinata. Dunque io non dico che questo recital sia brutto. Dico solo che non lo capisco, non avendo sufficiente conoscenza del repertorio jazzistico. In Schubert dovrebbero cantare anche le scarpe dell’esecutore, esecutrice nel presente caso. Ma se costei lo esegue in stile jazz con un ensemble strumentale; se ne distorce l’impalcatura armonica; se si disinteressa totalmente della parola badando solo al ritmo; se per giunta ha voce stridula e – alle mie orecchie, digiune affatto affatto di questo stile – parecchio ma proprio parecchio sgradevole: davanti a tutto questo, mi ritiro in buon ordine, non mi azzardo a dire che è tanto brutto ma solo che non mi piace. Per niente.