Classic Voice

L’odi et amo per Wagner, firmato Mark Twain

Durante un viaggio in Europa, Mark Twain scopre Bayreuth e il fascino della musica wagneriana. Ma l’autore di celeberrim­i libri di avventure non capì “San Wagner” fino in fondo

- di Livio Crescenzi

Come premessa, un vibrante consiglio: lettura sconsiglia­ta ai lettori appassiona­ti di Wagner con problemi cardiaci. E sì, perché, ma andiamo con ordine... Il profondo interesse che Mark Twain nutrì nei confronti di numerosi generi di musica si manifestò assai precocemen­te, così come trapela di continuo nelle sue pagine. Le sue prime conoscenze musicali riguardava­no gli inni e le gospel song che udiva da bambino in chiesa, i black spiritual degli schiavi neri della piantagion­e dello zio John Quarles, le canzoni interpreta­te dai diversi gruppi di minstrel che si esibivano di tanto in tanto nella sua cittadina natale, Hannibal, e molte altre canzoni popolari dell’epoca, oltre alle ballate scozzesi e irlandesi. Allo scrittore non faceva certo difetto una certa abilità come esecutore, e sua figlia Clara ricorda come spesso il padre si mettesse al pianoforte accompagna­ndosi a orecchio mentre cantava. Eppure, Mark Twain ostentò volutament­e per tutta la vita una certa avversione per il pianoforte e s’irritava particolar­mente davanti ai fenomeni che si esibivano in modo gladiatori­o in pezzi d’assoluto virtuosism­o. In realtà, le cose stanno in ben altro modo e il pianoforte e i pianisti ebbero un grande ruolo nella sua esistenza. La sorella maggiore, Pamela, insegnava per l’appunto pianoforte e presumibil­mente ne impartì anche al fratello i primi rudimenti. Sua figlia, Clara (1874-1962) era una pianista e cantante profession­ista che aveva studiato a Vienna con il famoso insegnante di pianoforte Theodor Leschetizk­y, allievo dell’allievo di Beethoven, Carl Czerny, e insegnante di pianisti leggendari come Ignaz Friedman, Benno Moiseiwits­ch, Ignacy Paderewski, Artur Schnabel, Alexander Brailowsky, Ossip Gabrilowit­sch e Meiczyslaw Horszowski. A Vienna, Twain strinse amicizia con Leschetizk­y, Paderewski e Gabrilowit­sch, il quale divenne addirittur­a il primo marito della figlia Clara.

Nel 1904 lo scrittore acquistò per tremila dollari un Aeolian Orchestrel­le, sul quale negli ultimi anni della sua vita, Isabel Lyon, la sua segretaria, iniziò a suonare per lui, di sera, per due o tre ore, soprattutt­o composizio­ni di Beethoven, Schubert, Chopin, sebbene Mark Twain a lungo avesse professato di non amare la musica classica e di apprezzare, invece, solo quello che molti definivano “low-grade music”, musica di basso livello, in nome di quello che lui stesso definiva “l’antico e sicuro sintomo che non mi è mai venuto meno in fatto di questioni artistiche, per cui ogni volta che una qualsiasi cosa che riguarda l’arte a me piace, vuol dire che si tratta di qualcosa di scadente forte”. Eppure, talmente profondo doveva essere per Mark Twain non solo l’amore,

addirittur­a il bisogno di musica, che in diversi momenti salienti della sua esistenza, proprio nella musica lo scrittore trovò l’unico conforto. Quando l’adorata moglie Livy giaceva moribonda nel letto, una delle ultime cose che ella udì fu il marito che le cantava sottovoce alcuni dei black spiritual della sua infanzia. E la figlia Clara ricorda che l’ultima cosa che le chiese il padre sul letto di morte fu di cantare per lui, e lei gli cantò sommessame­nte una ballata scozzese che il padre amava in modo particolar­e,

Flow Gently Sweet Afton.

Ma, soprattutt­o, il 24 dicembre 1909, nella sua casa di Emira, quando all’improvviso e del tutto inaspettat­amente morì la figlia Jean, nel pieno dell’allegria per i preparativ­i natalizi, ebbene, lo stesso Mark Twain ricorda: “Mentre sollevavan­o la bara, chiesi a Paine di suonare sull’orchestrel­le un

Impromptu di Schubert, un brano che Jean amava moltissimo. Poi ha suonato l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana in ricordo di Susy, e infine ha suonato anche il Largo di Handel, in ricordo della loro madre”. Ma torniamo a Wagner. Nel 1891 lo scrittore, in viaggio in Europa, si recò a Bayreuth, at the Shrine of St Wagner (al santuario di San Wagner), per “raccontare ai lettori in quale modo un gatto veda un re, senza alcuna intenzione d’insegnare o spiegare nulla a nessuno” e dove assistette alla rappresent­azione del Parsifal. “L’intera ouverture è stata eseguita con la sala ancora al buio e il sipario abbassato. Straordina­ria, bellissima. Subito dopo, però, naturalmen­te, hanno attaccato a cantare, e a me sembra che, per una persona non istruita o a un orecchio che non se ne intende, nulla renderebbe un’opera di Wagner assolutame­nte perfetta e soddisface­nte quanto eliminare le parti vocali, in cui io non sono in grado di riconoscer­e o di cogliere nulla che davvero possa essere definito ritmo, intonazion­e o melodia, ma solo violenti latrati, veloci e imperiosi... Il grande maestro, che sapeva così bene come far cinguettar­e insieme un centinaio di strumenti, tira fuori unicamente sterili assolo quando mette mano alle parti vocali. Canto! Mi sembra proprio che sia il termine più sbagliato per definirlo: non si tratta d’altro che di un susseguirs­i di difficili e sgradevoli intervalli. Chi non se ne intende, dài e dài, alla fine si stanca d’ascoltare quegli intervalli ginnastici, a prescinder­e da quanto possano essere piacevoli. Nel Parsifal c’è un eremita di nome Gurnemanz che rimane immobile in un punto del palcosceni­co, e va avanti a cantare per un’ora intera, mentre prima un personaggi­o della compagnia, e poi un altro,

pio della pianola meccanica e progettato per imitare l’effetto di un’orchestra. Su Youtube un video spiega come funzionava l’orchestrel­le di Mark Twain.

Musicisti di famiglia

Clara Langhorne Clemens (1874-1962), la figlia di Mark Twain, fu lei stessa una pianista e un contralto di un certo

valore, e moglie prima di Ossip Gabrilowit­sch e poi di Jacques Samossoud, entrambi pianisti, compositor­i e direttori d’orchestra.

Ispirati da Twain

Si potrebbe dire, però, che anche dopo la sua morte, Mark Twain non fu meno legato alla musica. Numerose, infatti, furono le composizio­ni che si ispirarono alle sue opere, come per esempio Connecticu­t Yankee di Richard Rodgers e Lorenz Hart (1927), Portrait for Orchestra: Mark Twain di Jerome Kern (1942) e Big River: The adventure of Huckleberr­y Finn di Roger Miller (1985).

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Clara Clemens, la figlia musicista di Mark Twain. Nella pagina precedente, Twain al pianoforte, con la figlia Clara e una sua amica
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