Musica “di sinistra”
Luigi Nono (1924-1990)
La guerra civile spagnola, l’opposizione al franchismo, la resistenza contro il nazisfascismo e la lotta allo sfruttamento capitalistico. Tutti questi temi, attraverso la musica, sono entrati nell’arco creativo di Luigi Nono, che facendo largo ricorso a testi letterari ha creato un connubio indissolubile tra sperimentalismo e impegno politico. Il lavoro di compositore per Nono fu inscindibile dall’impegno politico. Fare musica “è il modo di intervenire nella società, come intervento nella lotta, nella cultura da parte del musicista che è un uomo del proprio tempo e partecipa ai drammi del proprio tempo”.
Hanns Eisler (1898-1962)
La sua parabola parte dalla Scuola di Schoenberg. Dalla fine degli anni ‘20, Eisler volta le spalle al venerato maestro, in favore di una “musica di lotta”. Oltre a un gran numero di canzoni, scrive la musica per La madre (di Brecht, da Gorkij), che più tardi riutilizzerà nella Cantata omonima per soli, coro e 2 pianoforti, dove l’eco bachiana si fonde alla nuova Kampfmusik. Nel suo esilio californiano compone Quattordici modi di descrivere la pioggia per i 70 anni di Schoenberg. Tornato nella Germania dell’Est,
diventa compositore “ufficiale” con l’Inno nazionale della Ddr, pur restando sempre un comunista “scomodo”, talvolta osteggiato dai burocrati di Berlino Est.
Giacomo Manzoni (1932) Compositore-intellettuale,
negli anni Cinquanta stringe amicizia con Nono, Pestalozza, Donatoni e Maderna. È lui a introdurre in Italia la Filosofia della musica moderna di Adorno e la prima monografia in italiano su Schoenberg. Il suo intento di musicista è lavorare non per l’audience, ma per sollecitare l’attenzione di quella parte minoritaria di pubblico che ritiene necessario un atteggiamento critico verso la società di massa. Come compositore si è ispirato alle figure di Che Guevara, di Robespierre, alla condizione dell’uomo nell’era della morte atomica.
Luca Lombardi (1945)
Avvicinatosi alla musica per caso , Luca Lombardi si laureò con una tesi su Hanns Eisler. Le sue opere teatrali hanno tutte a che fare con il potere e la politica: Faust, un travestimento è una riflessione sull’intellettuale che si confronta con la realtà; Dimitri o l’artista e il potere si ispira a scene dalla vita di Sostakovic nel suo rapporto con Stalin; Il re nudo, allestito all’Opera di Roma nel 2009, è una favola “politica” su potere e servilismo.