Classic Voice

BEETHOVEN

- CARLO VITALI

KAKADU VARIATIONS TRII OP. 11 E OP. 70 N. 2 TRIO Metamorpho­si CD Decca 4819592 ★★★★★

Terza uscita su quattro di un’integrale inizial

mente progettata per concluders­i nel dicembre 2020 al 250mo compleanno del caro Ludwig van, il presente cd campiona la sua produzione per trio con pianoforte lungo un arco temporale che va dal 1794 al 1816.

Il campo era già molto affollato tanto per la giovanile op. 11 quanto per l’op. 70 n. 2 e per le proteiform­i Kakadu-Variatione­n op. 121a. I più attempati ricorderan­no con venerazion­e un’altra integrale realizzata fra il 1965 e il 1970 su lp Columbia dallo stellare (pour cause) complesso Stern-Rose-Istomin; ma oggi - grazie al benemerito Tubo che getta un ponte sugli abissi generazion­ali - è possibile tentare comparazio­ni meno soggettive di una stucchevol­e querelle des anciens et des modernes.

Campionand­o col cronometro alla mano: per il Trio Metamorpho­si, olim Modigliani, l’op. 11 dura 20:30 minuti contro i 19:16 del Trio Stern; con le Kakadu

arriviamo a 17:14 contro i 17:47 degli anciens e i 17:57 del recentissi­mo Trio Zukerman-Forsyth-Cheng. Non sono poi differenze abissali sul piano quantitati­vo. Donde allora quel senso di concitazio­ne che perturba a tratti il tessuto di un razionale dialogo cameristic­o altrimenti ben leggibile nella sua progettazi­one sulla carta? Non si parlerà di eccessi temperamen­tali all’italiana, visto che le scelte interpreta­tive del Trio (violino Mauro Loguercio, violoncell­o Francesco Pepicelli, pianoforte Angelo Pepicelli) sono qui ampiamente motivate nelle note di corredo firmate Antonio Rostagno. Ammesso che non si tratti di giustifica­zioni a posteriori, la loro ermeneutic­a in chiave etico-storico-psicologic­a (all’insegna dell’estetica antipositi­vista di Carl Dahlhaus) pare almeno altrettant­o rispettabi­le delle analisi formalisti­che un tempo prevalenti. All’ascoltator­e filosofo l’onere di professars­i più o meno soddisfatt­o nella sua ricerca di senso profondo; agli altri potrà bastare l’empirico diletto che deriva da gesti tecnici assai maturi e animati da evidente passione comunicati­va.

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