Contemporanea in RONDÒ
La nuova musica non si ferma: tra il tratto denso di Dadone e quello lieve e sospeso di Watanabe, novità di autori in residence, avvince una rara pagina di Donatoni per voce femminile
RONDÒ 2021 INAUGURAZIONE
MUSICHE DI DONATONI MURAIL, WATANABE DADONE
DIRETTORE Sandro Gorli
SOPRANO Alda Caiello
ENSEMBLE Divertimento Ensemble
★★★★
L’apertura della nuova stagione del Divertimento Ensemble, Rondò 2021, ha coinciso forzatamente con l’inaugurazione del nuovo Divertimento Ensemble Digital Stage, dove era possibile ascoltare e riascoltare il programma del concerto per diversi giorni: la possibilità di più ascolti è un pregio da non sottovalutare, anche se la musica nuova soffre più di ogni altra dei limiti inevitabili dello streaming. Tra le novità della stagione c’è l’ampliamento della nobile esperienza del compositore “in residence”: quest’anno sono stati scelti Edoardo Dadone e Yukiko Watanabe e d’ora in poi ci sarà sempre anche una compositrice. Inoltre uno spazio privilegiato è riservato a un autore già affermato, Alessandro Solbiati, cui era dedicato il secondo concerto. I due autori “in residence” hanno età, carriere e poetiche molto diverse. Ha già avuto significative affermazioni Edoardo Dadone. Il suo Esercizio di morsura (2019) fa riferimento nel titolo alla tecnica necessaria alla preparazione della lastra per una acquaforte, perché intende rendere omaggio all’incisore Francesco Franco (Mondovì 1924 - Torino 2018) e alla densità del suo segno grafico. Una certa densità, ma soprattutto una forte tensione caratterizza la efficace concisione di questo pezzo. La giapponese Yukiko Watanabe, nata nel 1983, dopo la formazione in Giappone, è stata tra l’altro allieva di Furrer e ha vinto prestigiosi premi, ma è quasi sconosciuta in Italia. Sarà interessante ascoltare altri suoi lavori, dopo il suggestivo Die geschmolzene Heimat (“la casa disciolta” o “dissolta”) per flauto, clarinetto e viola (2018-19), una pagina di raffinata, sospesa delicatezza, prevalentemente statica. Con intelligente varietà dopo la densa tensione di Dadone e il tempo sospeso di Watanabe si passava al poetico gusto evocativo di due pagine di Tristan Murail, entrambe riferibili al ciclo
Portulan, alle suggestioni del viaggio, tra recuperi melodici e finezze timbriche: erano
Seven Lakes Drive (2006) e
La chambre de cartes (2011). Ma il momento culminante del concerto è parso quello conclusivo, con l’ottima interpretazione di un noto capolavoro di Franco Donatoni, L’ultima sera per voce femminile e 5 strumenti (1980), uno degli esiti più affascinanti tra i pochi nei quali l’autore si confrontò con la voce, sempre con l’idea di trattarla come uno strumento: i testi sono brevi frammenti poetici tratti da Pessoa, autore profondamente congeniale, sono intonati in modo assai vario, quasi sempre antinaturalistico, e stabiliscono rapporti imprevedibili, tesi e mobilissimi con le autonome invenzioni strumentali in cui si inseriscono o con cui si intrecciano. Da ricordare anche la prova solistica di Alda Caiello.