Strauss NON tramonta
Anziché l’aspetto crepuscolare dei “Quattro Ultimi Lieder”, Asmik Grigorian ne esalta la carica vitale, in una serata aperta dalle note pietrose di Sostakovic ispirate a Michelangelo
SOSTAKOVIC
MICHELANGELO SUITE WOLF
DREI GEDICHTE VON MICHELANGELO
STRAUSS
QUATTRO ULTIMI LIEDER
SOLISTI M. Goerne, A. Grigorian
DIRETTORE Gergely Madaras
ORCHESTRA Sinfonica Nazionale della Rai
AUDITORIUM della Rai ★★★★
Concerto debordante di spunti quello che ha impegnato l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta dall’ungherese Madaras. La prima parte è dedicata al basso Matthias Goerne, che alterna tre momenti della Suite su versi di Michelangelo di Sostakovic, musica pietrosa scritta a un passo dalla morte, con i Drei Gedichte von Michelangelo di Hugo Wolf, nei quali la parola sembra davvero uscire dalla materia orchestrale con quel michelangiolesco lavoro “per forza di levare”. Spartiacque di una serata in cui la grande attesa consiste nel debutto di Asmik Grigorian nei Quattro ultimi Lieder di Strauss, è invece la Suite dalle musiche di scena che Faurè scrisse a fine Ottocento per Pelléas et Mélisande, che Madaras restituisce nei suoi colori sfumati, con quella bellezza discreta, sfuggente e tutta interiore che connota la produzione del compositore francese. Ed ecco Grigorian, presenza quantomai rara in Italia (Trittico a Roma, Die Tote Stadt a Milano) mentre a Salisburgo ormai è di casa dal 2017. La cantante lituana è ormai nota per la sua capacità di identificazione fisica nei personaggi (“faccio entrare il ruolo nei miei muscoli”), da cui deriva un rapimento emotivo riconosciutole ovunque. Nel 2018, a Salisburgo, la sua Salome ebbe 15 minuti di applausi, e altrettanti la sua Crisotemide in Elektra sullo stesso palcoscenico. Lo Strauss che debutta a Torino è ovviamente agli antipodi, essendone la versione crepuscolare e testamentaria, ma ancora lucida nel riflettere sul senso della trascendenza senza abbandoni di tipo religioso. Grigorian affronta queste pagine in grande sintonia con Madaras: più che l’incanto cupo del cielo rosseggiante si vedono squarci di luce, pulsazioni vitali, come se la morte (la parola che chiude il ciclo, ma con un punto interrogativo aperto a ogni risposta) fosse una sfida e non un destino ineluttabile. A queste pagine, che hanno conosciuto registrazioni delle voci più disparate, dalla Flagstad alla Della Casa, dalla Schwarzkopf alla Norman, Grigorian dà il suo contributo con una forza di partecipazione degna delle sue prove in palcoscenico, promettendo presto un’incisione discografica. E intanto continua a studiare su Norma, la sfida (forse la più difficile per la sua voce) a cui si è votata prima della pandemia.