Classic Voice

STRADELLA

- PAOLO PETAZZI

IL TRESPOLO TUTORE INTERPRETI R. Novaro, R.

Mameli, R. Tomkiewicz, S. Frigato, L. Cervoni, P.V. Molinari

ENSEMBLE Mare Nostrum

DIRETTORE Andrea De Carlo

3 CD Arcana A 475 ★★★★★

Il sesto volume dell’ottimo Progetto Stradella conferma la ricchezza del catalogo di questo protagonis­ta della seconda metà del Seicento e l’opportunit­à di esplorarlo a fondo. Il Trespolo tutore si colloca nell’ultima fase della breve e avventuros­a vita del compositor­e, nel periodo trascorso a Genova, dove la terza opera di Stradella andò in scena a fine gennaio 1679. In una lettera del 27 gennaio 1679, egli ne parla come di “un capriccio, perché è un’opera ridicola, ma bellissima”: un’opera comica, dunque, basata su un libretto che era stato usato (modificato) già a Roma nel 1677, e a Napoli nel 1678. Il librettist­a è Giovanni Cosimo Villifranc­hi, che rielaborò una commedia in prosa di Giovanni Battista Ricciardi. La comicità, spesso abbastanza grossolana, è prevalente­mente basata sulla infinita stupidità di Trespolo, anziano tutore della bella Artemisia, che inspiegabi­lmente arde d’amore per lui e non osa manifestar­e i propri sentimenti. La vicenda è quasi tutta imperniata sui disperati tentativi di Artemisia di far capire allo stolido tutore che è innamorata di lui e vorrebbe sposarlo. Il tutore, che vorrebbe vederla sposata per poter egli stesso convolare a nozze con la giovane Despina, figlia della balia Simona, non capisce mai i modi indiretti di Artemisia, e si adopera per realizzare quelli che, fraintende­ndo, pensa che siano i suoi desideri. Si procede di fraintendi­mento in fraintendi­mento fino all’ultimo equivoco: nel corso di un intrigo notturno Artemisia crede di parlare a Trespolo e approfitta­ndo dell’oscurità rompe gli indugi e confessa la propria passione alla persona che si trova vicina a lei. Il tutore però si era allontanat­o per cercare un lume, e Artemisia si dichiara in realtà a un giovane innamorato, Ciro, che per lei era impazzito e aveva poi ritrovato il senno. Felicement­e sorpreso, Ciro la sposa subito, e Artemisia si accorge in ritardo dell’errore, e ne accetta serenament­e le conseguenz­e. Trespolo nel terzo atto era giunto a credere che la giovane volesse sposare la balia Simona, un personaggi­o simile ad altre nutrici seicentesc­he per cinismo, comicità, crudo realismo: come in altri casi ha una voce di tenore. Due fratelli sono innamorati di Artemisia, Nino e Ciro: il secondo all’inizio dell’opera è pazzo e rinsavisce, l’altro segue il percorso opposto, e da savio diventa matto. Le loro scene di pazzia sono concepite come succession­i di brevi arie di vario carattere, e la loro efficacia sta proprio nel gioco dei contrasti. In generale le numerose arie sono sempre brevi o brevissime, articolate in forme diverse o in rapida succession­e. Prevalgono i toni leggeri e disinvolti, talvolta grotteschi (Trespolo è uno dei primi bassi buffi); ma non mancano per Artemisia momenti intensamen­te patetici. I recitativi sono rapidi ed efficaci, con qualche apertura all’arioso. La parte strumental­e è limitata (come spesso in Stradella) a due violini (che non intervengo­no sempre) e agli strumenti del basso continuo. Pur con qualche dislivello qualitativ­o, l’insieme è di grande interesse e in questa registrazi­one è oggetto di una interpreta­zione del tutto persuasiva, con una ben calibrata compagnia di canto, con la ottima direzione di Andrea De Carlo e i musicisti dell’ensemble Mare Nostrum. Trespolo è Riccardo Novaro, Artemisia Roberta Mameli, Nino il controteno­re Rafal Tomkiewick­z, Ciro Silvia Frigato, Simona il tenore Luca Cervoni, Despina Paola Valentina Molinari: tutti meritano un elogio senza riserve per sicurezza, scioltezza e misura.

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