STRADELLA
SAN GIOVANNI BATTISTA
SOLISTI P.A. Benos-Dijan, A. Amo, O. Dejean, G. Petrone, A. Sargsyan, T. Givaja
ENSEMBLE Le Banquet Céleste
CEMBALO E DIREZIONE Damien Guillon
CD Alpha ALPHA 579 ★★★★
In attesa che il Progetto Stradella di Andrea De Caro ci consegni la sua lettura di questo oratorio – e senza dimenticare il validissimo precedente di Academia Montis Regalis per Hyperion né quello ancor più remoto dei Musiciens du Louvre su etichetta Erato – salutiamo con favore l’ultima reincarnazione discografica del capolavoro di Alessandro Stradella ripresa dal vivo nel 2019 all’Abbazia di Fontevraud, magico luogo della musica a dispetto di un’acustica un poco troppo grassa che l’editing digitale è riuscito solo in parte ad imbrigliare. Magari sarebbe interessante riproporlo nell’originale location romana di San Giovanni Battista de’ Fiorentini, dove fu eseguito per la prima volta nella Quaresima dell’Anno Santo 1675 entro una stagione di ben 14 lavori oratoriali cui prese parte il fior fiore dei musicisti locali. Cornice che il progetto Hyperion si sforzava di ricostruire con plausibili ipotesi sulla natura dei
fillers strumentali; ma a parte ciò la prestazione collettiva dell’ensemble francese Le Banquet Céleste si può ben definire ottimale. Abbastanza soddisfacente anche la scelta dei solisti, chiamati a confrontarsi con la floridissima poliritmia suggerita dal libretto di Ansaldo Ansaldi e realizzata da Stradella col ricorso a tutta la panoplia delle forme disponibili: aria col basso ostinato o col ritornello (quando strofica e quando con embrionale dacapo) arioso, duetti e concertati talora in stile madrigalistico da camera. Qualche piccola riserva per Erodiade figlia, qui non ancora battezzata Salomè secondo la tradizione extrabiblica risalente a Giuseppe Flavio. Ad Alice Amo non manca certo il fresco metallo sopranile né la vertiginosa agilità richiesta dalla partitura; tuttavia ci pare un po’ troppo vispa Teresa senza quegli accenti demoniaci che ben si confanno al personaggio e che Elena Cecchi Fedi scolpiva a meraviglia nel sopracitato progetto Hyperion. Pieni voti ai due antagonisti maschili: il controtenore Paul-Antoine Benos-Djian e il basso Olivier Dejean, l’asceta gentile che non alza mai la voce e il carnale tiranno lacerato fra l’ira e i rimorsi. E note di merito anche per i comprimari Gaia Petrone (Erodiade madre, mezzosoprano) nonché per i due tenori Thibault Givaja (Discepolo del Battista) e Artavazd Sargsyan (Consigliero di Erode). A quest’ultimo è affidata la stupenda “Anco in cielo” su basso ostinato, un cammeo dall’ampio e avvolgente respiro planetario. Decisamente Stradella non faceva parzialità fra i suoi interpreti.