Classic Voice

PIANO LESSONS

- LUCA CHIERICI

PIANOFORTE Cristoph

Eschenbach

16 CD Dg 4839846 ★★★

In passato accadeva raramente che un grande pianista incidesse o suonasse in pubblico parte del repertorio che di solito veniva riservato al corso di studi elementare. Gli esempi semmai si potevano andare a cercare, per i lavori più importanti, all’interno delle grandi raccolte come era il caso dell’opera omnia pianistica di Mozart incisa da Gieseking (che emozione e che smacco ascoltare dalle sue mani la “Sonatina” K 545!) oppure poteva capitare che lavori come le Invenzioni a due voci di Bach fossero eseguite in concerto durante un ciclo bachiano di opere cembalisti­che.

Christoph Eschenbach, che pianista concertist­a non lo è oramai da molti anni, aveva inciso per la Dg tra il 1968 e il 1975 una notevole quantità di pezzi (che rientrano oggi in ben sedici cd) riferiti a una parte del repertorio standard che viene affrontato dagli studenti. Si va da elementi importanti come nove sonate beethoveni­ane, nove mozartiane, otto haydniane fino a scendere agli studi del Beyer e di Friedrich Burgmüller, proseguend­o

con le Invenzioni a due e tre voci di Bach, qualche sonatina di Clementi e Kuhlau e trenta studi di Czerny. È un assortimen­to piuttosto insolito e le specifiche del libretto di accompagna­mento non portano indicazion­e alcuna sull’origine di un progetto simile e sulle motivazion­i che hanno portato a questa nuova edizione, arricchita dalla possibilit­à di ascoltare queste musiche attraverso una app specifica che riporta le immagine degli spartiti. Ci saremmo come minimo aspettati una nota del pianista che illustrass­e il perché di certe scelte: più che alle opere celebri, che davamo per scontato essere suonate qui con gusto irreprensi­bile e grande musicalità, l’attenzione è andata subito ai lavori didattici, per cercare appunto di capire quali fossero state le motivazion­i che hanno condotto Eschenbach ad occuparsi di certi autori invece che di Heller o Cramer o Bertini. Né è facile procedere per ipotesi, per cui l’unica consolazio­ne è quella di mettersi all’ascolto e all’esame dei relativi spartiti. Per quanto si possa “sentire” la mano di un pianista profession­ista, gli studi di Beyer sono davvero talmente elementari da non beneficiar­e di alcun tipo di approfondi­mento, e così si può dire di tanti altri autori inclusi nella raccolta. Un unico disco avrebbe forse potuto essere emesso per ricordare il progetto originale. Ma la scelta di sedici va oltre la nostra comprensio­ne.

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