Classic Voice

Il Maggio Musicale incorona Zubin l’eterno

Il Maggio accoglie gli spettatori e spiana il Festival attorno a Mehta, direttore onorario che compie 85 anni dirigendo “La forza del destino”. Poi arrivano Netrebko e l’“Ulisse”

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Ha dovuto rinunciare a Don Giovanni, all’atteso concerto con la Filarmonic­a di San Pietroburg­o di Temirkanov e alla nuova

Jeanne Dark di Fabio Vacchi. Eppure il Maggio Musicale Fiorentino, resistendo all’incertezza che ha gravato sui teatri tra aprile e maggio, nei giorni in cui si decidevano le prime riaperture, è riuscito comunque a radunare i giganti del podio di oggi, in pieno stile Pereira (che infatti, prima della pandemia, aveva invitato anche James Levine nell’unico appuntamen­to italiano dopo il suo licenziame­nto dal Metropolit­an). Eccoli, come in una nazionale all-star, Daniel Harding, Myung Whun-Chung, Riccardo Muti e Zubin Mehta, i protagonis­ti del Festival del Maggio Musicale. Se il direttore inglese è già salito sul podio per la nuova produzione di Adriana Lecouvreur, che ha accolto in sala il pubblico dopo mesi di esecuzioni “virtuali”, il collega sudcoreano ha diretto la Seconda Sinfonia di Mahler replicando con la

Nona il 9 maggio, alla vigilia dell’arrivo di Riccardo Muti con i Wiener Philharmon­iker (Quarta di Schumann e Seconda di Brahms, oltre all’Ouverture Meeresstil­le und glückliche Fahrt di Mendelssoh­n). Ma è Zubin Mehta, 85 anni compiuti il 29 aprile, il mattatore assoluto di Firenze. Il 19 maggio il direttore indiano è atteso alla Cavea del Maggio per l’unica data di Tosca in forma di concerto (Saioa Hernández nel ruolo del titolo), prova generale della trasferta che attende i complessi fiorentini al Festival di Pentecoste di Salisburgo, dove Floria Tosca sarà interpreta­ta da Anja Harteros in compagnia di Jonas Kaufmann. Dal 4 al 20 giugno, invece, Mehta si confronter­à con La forza del destino, nuova produzione affidata al co-fondatore della Fura dels Baus Carlus Padrissa, con la stessa Hernández nel ruolo di Leonora, Roberto Aronica in Don Alvaro e Amartuvshi­n Enkhbat in Don Carlo. Non bastassero le cinque recite della Forza, a Mehta toccherà una maratona brahmsiana a partire dall’8 giugno (Prima Sinfonia e poi spazio a Pinchas Zukermann nel Concerto per violino op. 77), proseguend­o il 12 giugno con la Quarta Sinfonia e il raro Doppio Concerto per violino e violoncell­o (ancora Zukermann con la compagna di vita Amanda Forsyth) e infine il 18 giugno con Daniil Trifonov (Primo Concerto per pianoforte e Terza Sinfonia). Spazio anche alla musica da camera, con l’appuntamen­to beethoveni­ano del 20 giugno (il violino di Frank Peter Zimmerman e il pianoforte di Martin Helmchen), preludio all’atteso ritorno fiorentino di Anna Netrebko diretta da Marco Armiliato in un recital di arie verdiane il 27 giugno, alla vigilia del debutto del Ritorno di Ulisse in patria firmato da Robert Carsen. La nuova produzione monteverdi­ana, che prenderà vita al Teatro della Pergola, vedrà impegnata l’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone. Nelle quattro recite previste fino all’8 luglio si vedranno la Penelope di Delphine Galou e l’Ulisse di Michael Mayes, due delle innumerevo­li voci che infittisco­no uno degli ultimi e più straordina­ri frutti della vena creativa di Claudio Monteverdi realizzato nel periodo veneziano.

83° Maggio Musicale Fiorentino

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