Classic Voice

LEI non sa chi sono IO

- DI MAURO BALESTRAZZ­I

La nostra navigazion­e virtuale, curiosando tra le lettere uscite dall’archivio della Scala e finite sul mercato antiquario (iniziata nello scorso numero di “Classic Voice”), prosegue ripartendo dall’immediato dopoguerra. Il bombardame­nto aereo dell’agosto 1943, che aveva squarciato il tetto e gravemente danneggiat­o la sala del teatro, non aveva interrotto l’attività della Scala, che si era spostata prima al Sociale di Como, quindi al Donizetti di Bergamo e infine al Lirico di Milano. Nel gennaio 1945, Gino Marinuzzi prende il posto di Carlo Gatti come sovrintend­ente, ma soltanto per pochi mesi perché subito dopo la Liberazion­e, nel maggio 1945, Antonio Ghiringhel­li viene nominato commissari­o straordina­rio. Con Ghiringhel­li, poi diventato sovrintend­ente nel 1948 e rimasto in carica fino al 1972, inizia la ricostruzi­one del teatro che viene riaperto l’11 maggio 1946 con il noto concerto diretto da Toscanini. Le lettere di cui ci occupiamo in questa seconda puntata abbraccian­o un periodo che va dal 1947 al 1950 e i destinatar­i sono, oltre al sovrintend­ente, il direttore artistico Mario Labroca e il segretario generale Luigi Oldani. La Scala riprende lentamente a funzionare e sta per tornare a essere quel grande teatro di cui erano state gettate le basi nelle otto stagioni toscaninia­ne. Ma la vita è ancora dura per tutti.

“Una dichiarazi­one per il commissari­ato alloggi”

Luigi Fort non è un tenore di primo piano, ma tra il 1936 e il 1941 ha interpreta­to diversi ruoli minori alla Scala e in altri teatri importanti. Questa sua lettera indirizzat­a alla direzione, e datata Garbagnate 13 novembre 1947, ci dà un’idea dei problemi che soprattutt­o i cantanti meno famosi devono affrontare nell’immediato dopoguerra. Fort offre la sua disponibil­ità per la stagione scaligera, ma con grande sincerità aggiunge che, a prescinder­e da un eventuale ingaggio, gli servirebbe soprattutt­o una dichiarazi­one del teatro al fine di poter ottenere un alloggio in città per ragioni di lavoro. “Se la mia opera può interessar­e Le sarei grato se volesse darmene un cenno di conferma, come pure nel caso negativo, tanto per sapermi regolare coi miei futuri impegni. Se non sono troppo indiscreto vorrei chiederle un grande favore. Io non ho più la casa a Milano e sono sfollato a un paesetto a 15 km dalla città. Il commissari­ato alloggi desidera una dichiarazi­one (a parte il fatto che io possa essere o meno scritturat­o nel suo teatro) nella quale si dica che io per ragioni di lavoro nel vostro teatro ho necessità di risiedere…”. Non è dato sapere se il teatro avrà poi concesso la dichiarazi­one richiesta. Quello che si sa è che Fort non ha più cantato alla Scala.

“Non posso pagare per la gloria di cantare alla Scala” Il soprano belga Suzanne Danco ha già una certa noto

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