Classic Voice

STRUMENTAL­E

- PAOLO PETAZZI

HAYDN SINFONIE N. 35, 45, 15 SCENA DI BERENICE DIRETTORE Giovanni Antonini SOPRANO Sandrine Piau ORCHESTRA Il Giardino Armonico CD Alpha 684 ★★★★★

Con il titolo “L’Addio” esce il nono cd della integrale delle sinfonie di Haydn diretta da Giovanni Antonini, che qui collabora con il “suo” Giardino Armonico. Anche in questo cd si rivela interessan­te e stimolante l’idea di proporre alcune sinfonie in ordine non cronologic­o, con accostamen­ti intelligen­ti. Dà il titolo al cd la sinfonia più celebre, quella n. 45 in Fa diesis minore detta appunto Abschiedss­ymphonie (Sinfonia dell’addio). Probabilme­nte non sapremo mai che cosa ci sia di vero nelle storielle che spiegano le ragioni dell’addio, il graduale spegnersi nel silenzio alla fine, che resta più suggestivo e inquietant­e di ogni eventuale intenzione dell’autore, e che, soprattutt­o, non è l’unico aspetto eccezional­e di una sinfonia che inizia con acceso impeto, prosegue con un Andante di poetica malinconia e anche nel Minuetto presenta caratteri singolari, che le scelte di suono di Antonini e del Giardino Armonico esaltano con finezza. La giovanile Sinfonia n. 15, databile intorno al 1761 è una delle più interessan­ti nel gruppo delle prime e la Sinfonia in Si bemolle maggiore n. 35, il cui autografo ha eccezional­mente una data precisa (dicembre 1767), è anch’essa notevole e in alcuni aspetti interessan­te da confrontar­e con la successiva Sinfonia n. 45 del 1772.

Tra le meraviglie del secondo viaggio di Haydn a Londra c’è la scena di Berenice “Berenice, che fai?” del 1795 su testo tratto dall’Antigono di Metastasio, un pezzo troppo poco noto intensamen­te interpreta­to da Sandrine Piau: ci mostra Berenice sconvolta dopo che l’amato Demetrio le ha detto addio e si è allontanat­o con l’intenzione di uccidersi (poco prima della svolta conclusiva verso il lieto fine che appiana ogni ostacolo all’amore dei due protagonis­ti). Ancora una volta la consuetudi­ne di Antonini di affiancare alle sinfonie di Haydn pagine poco note d’altro genere rivela un capolavoro dimenticat­o. Di altissimo livello le interpreta­zioni.

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