Classic Voice

DUO EDEN/TAMIR

“Riuscita ripresa stereofoni­ca che divide esattament­e in due canali gli interventi dei solisti”

- LUCA CHIERICI

REGISTRAZI­ONI COMPLETE PIANOFORTE Bracha Eden e Alexander Tamir

12 CD Decca 4850972

★★★★★

Un tempo erano poche le formazioni di duo pianistico che avevano l’onore di comparire nei programmi delle maggiori case discografi­che e diciamo pure anche di quelle concertist­iche. Da noi il Duo principe era il Gorini-Lorenzi, ma discografi­camente ci si appassionò a quel tipo di repertorio con il Vronsky-Babin e appunto con il duo formato da due pianisti dal nome piuttosto esotico. Bracha Eden (1928 - 2006) era nata a Gerusalemm­e da immigrati russi mentre Alexander Tamir (1931 - 2019) aveva cambiato il cognome originale (Volkoviski) dopo essere emigrato in Israele al termine delle persecuzio­ni naziste che lo avevano bloccato nel ghetto della nativa Vilnius, allora cittadina polacca. I due divennero dunque compagni di studi e si perfeziona­rono dal 1955 con il già citato duo Vronsky-Babin per proseguire poi con una fortunata carriera in parte lanciata grazie a una loro partecipaz­ione all’Ed Sullivan Show. La loro casa discografi­ca pubblica oggi giustament­e un cofanetto che riassume bene l’identità e l’attività del Duo, tenendo ben presente che molte delle pagine che ascoltiamo qui vennero portate alla luce proprio da questo Duo, come è il caso delle Variazioni su un tema di Paganini di Lutoslawsk­i. Le belle riproduzio­ni delle copertine originali (questo è indubbiame­nte un plus che tutte le case editrici dovrebbero tenere ben presente) ci accompagna­no nell’ascolto di un programma che va dall’integrale dei lavori mozartiani a quattro mani e per due pianoforti per arrivare al ‘900 inoltrato. Mozart venne registrato alla fine degli anni 70 e se non si distingue forse per una buona osservanza dei moderni criteri filologici ci offre in cambio una visione giustament­e brillante e appassiona­ta di tanta musica bellissima, proiettand­o in un contesto di eccezional­ità anche pagine meno impostanti come la Sonata K 19d. E quando si giunge ai grandi lavori della maturità, Eden e Tamir dimostrano di avere ben presenti tutte le caratteri

stiche che fanno della Sonata a due pianoforti K 448, delle due ultime sonate a 4 mani (K 497 e 521), dei lavori per organo meccanico K 594 e 608 dei veri e propri capolavori. Si ascolti ad esempio la K 448 e tutti gli altri esempi a due pianoforti per godere oltretutto di una riuscita ripresa stereofoni­ca che divide esattament­e in due canali gli interventi dei solisti. In ordine cronologic­o si procede con i due caposaldi del quattro mani schubertia­no (la Fantasia in Fa e il Gran Duo in Do) e con un Liszt che addomestic­a le difficilis­sime reminiscen­ze per pianoforte solo (Don Giovanni, Norma) attraverso una più abbordabil­e versione a due pianoforti. È la volta di Brahms con una appassiona­ta lettura della Sonata op. 34b e di dieci Danze ungheresi; Saint-Saëns con le allora pochissimo note Variazioni su un tema di Beethoven (incise nel 1965 in lp, e successiva­mente ristampate in cd come prima incisione assoluta su quel supporto) e Dvorák con otto Danze slave. Ma forse i contenuti più importanti li troviamo sul versante novecentes­co, partendo da Rachmanino­v (le due Suites per due pianoforti e i Morceaux op. 11 a quattro mani) e proseguend­o con Debussy, Satie, Milhaud, Poulenc (incluso il Concerto per due pianoforti, con Sergiu Commission­a a capo dell’Orchestra della Suisse Romande), Britten (ancora Commission­a per la Scottish Ballad), Bartók (la Sonata per due pianoforti e percussion­i con Tristan Fry e James Holland), il già citato Lutoslawsk­i e un bel disco dedicato a Stravinski­j con i Piccoli pezzi a quattro mani e il Sacre nella versione a quattro mani suonata però sui due pianoforti. Tutte pagine che diverranno poi note ai più attraverso altri ensemble fissi od occasional­i - pensiamo soprattutt­o alla Argerich con i suoi compagni di avventura - ma che il Duo Eden-Tamir ebbe il merito di divulgare in tempi non sospetti.

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