ANDRIESSEN
THE ONLY ONE SOPRANO Nora Fischer DIRETTORE Esa-Pekka Salonen ORCHESTRA Los Angeles Philharmonic CD Nonesuch 0075597917338 ★★★/★★★★★
L’unico pezzo che si ascolta in questo cd ha già avuto l’onore di due pagine sul numero 261-262 di “Classic Voice”. La qualità dell’esecuzione merita 5 stelle; ma le tre stelle sottolineano il fatto che, sebbene duri appena 21 minuti, il cd costa più della metà della media. Propone, isolata, la registrazione dal vivo della eccellente prima esecuzione, nel maggio 2019, del lavoro che la Los Angeles Philharmonic aveva commissionato ad Andriessen. Il compositore, che non ama frequentare la grande orchestra, aveva potuto accettare la proposta perché gli era stata garantita assoluta libertà nel rapporto con la compagine sinfonica. Mi sembra che le peculiari caratteristiche di questo nuovo lavoro vadano ricondotte in primo luogo alla scelta del testo: per la prima volta Andriessen si è rivolto alla poetessa olandese Delphine Lecompte (1978), scegliendo cinque poesie dalla sua prima raccolta di versi, De dieren in mij (Gli animali in me), premiata in Olanda come debutto poetico. Non mi risulta che ne siano state pubblicate traduzioni, finora; ma le cinque poesie scelte da Andriessen sono state musicate nella traduzione in inglese della stessa Lecompte, “con aggiunte di Monica Germino” (la violinista americana residente in Olanda che ha spesso collaborato con Andriessen). Il titolo del pezzo traduce quello della prima poesia musicata, De enige. Si intuiscono con immediatezza le ragioni che hanno portato
Andriessen a trovare congeniali i brevi versi di Delphine Lecompte, con i loro salti di tono, l’umor nero e un certo gusto vagamente surreale. Le idee musicali sembrano nascere proprio dalle immagini poetiche, talvolta con grande concisione e mobilità, con sottolineature e rapporti mutevoli. Non è nuova la predilezione di Andriessen per una voce versatile, che ha familiarità con repertori diversi (anche pop), come quella di Nora Fischer, interprete e musa di The only one, in grado di assecondarne perfettamente i salti stilistici, i riferimenti ad ambiti musicali diversi, come aveva fatto Cristina Zavalloni per i lavori del compositore olandese su testi di Dante o Campana.