PODI DANZANTI
Molti teatri aspettano il 2022 per ripartire. Ma c’è chi ha giocato d’anticipo, come Milano, Napoli e Firenze, che scrittura Gatti come direttore del Maggio. E Roma punta su Mariotti
Dopo un 2020 che ha avuto solo 55 giorni di normalità e un 2021 partito con cinque mesi pieni di ritardo, tutti i teatri stanno pensando al 2022 come alla prima vera stagione post-pandemica. Ha ragionato in questi termini l’Opera di Roma, che ha già annunciato in Michele Mariotti il nuovo direttore musicale, a partire dal primo novembre del prossimo anno (dirigerà tre titoli d’opera a stagione), mentre in simultanea Daniele Gatti attenderà l’incarico in Santa Cecilia del 2024 (quando Antonio Pappano tornerà a Londra) da direttore musicale del Maggio Musicale per i prossimi tre anni, giocando alla pari col direttore onorario Zubin Mehta (dirigeranno, ha fatto sapere il sovrintendente Pereira,
lo stesso numero di spettacoli). Napoli non sta a guardare, e dopo esser stata vicina allo stesso Mariotti ha puntato tutto sull’israeliano Dan Ettinger (classe 1971, ex assistente di Daniel Barenboim a Berlino), nuovo direttore musicale del San Carlo a partire dal primo gennaio 2023. Per conoscerlo meglio, si potrà intanto ascoltarlo proprio al San Carlo nel 2022 con Così fan tutte e Samson et Dalila. Chi ancora non ha chiuso la partita del direttore musicale è il Comunale di Bologna, il cui podio resta vacante dal primo gennaio 2019. In Emilia sono tentati dall’idea di un primato seducente: quello di essere la prima fondazione lirico-sinfonica italiana ad affidarsi a una guida femminile (Lyniv e Gardolinska hanno fatto ottime impressioni al loro debutto in Sala Bibiena). Il valzer dei podi, insomma, è ufficialmente riaperto. Quello dei cartelloni un po’ meno. Scala e San Carlo sono stati per ora i più ottimisti nello squadernare la programmazione completa del 2022, con o senza recreduscenze pandemiche. E se il 7 dicembre scaligero (apripista di una stagione che proporrà titoli poco battuti come Thaïs, Dama di Picche, Fedora, Gioconda, nonché The Tempest di Adès) monta Macbeth con la premiata ditta Livermore-Chailly e un cast stellare composto da Netrebko-Meli-SalsiAbrdazakov, il San Carlo rilancia in anticipo con l’Otello di Michele Mariotti cantato da Jonas Kaufmann a partire dal 21 novembre (regia di Mario Martone), inaugurazione di un anno generoso di segni rossi sull’agenda, come impone l’Aida di Anna Netrebko, l’Onegin con regia di Barry Koski, e la Dalila cantata da Anita Rachvelishvili. Certo, i progetti pluriennali devono restare ancora sottotraccia: caso emblematico quello del Comunale di Bologna, che prima della pandemia aveva annunciato un quinquennio consecutivo di nuove produzioni wagneriane (da Lohengrin a Parsifal), salvo poi dover congelare tutto in attesa di sviluppi e soprattutto di certezze sulla capienza effettiva. Il 2021 è stato (per tutti) il primo anno senza abbonamenti. Ricreare un bacino di pubblico affezionato non sarà semplice per nessuno.