Teodora LOCALIZZATA
La nuova opera di Montalbetti sull’imperatrice bizantina è una potente installazione sonora
RAVENNA MONTALBETTI
TEODORA
INTERPRETI R. Mameli M. Vigna. B. Martinini
DIRETTORE del coro Antonio Greco
ENSEMBLE Altrevoci
BASILICA San Vitale
Ameno che non si decida di rimetterla in scena lì dove è nata per aprire Ravenna Festival, Teodora non potrà più esistere. La nuova opera di Mauro Montalbetti, con sottotitolo “Scalata al cielo in cinque movimenti”, è infatti un delicatissimo oggetto visivo e sonoro pensato per l’ottagono della
Basilica di San Vitale, sotto gli occhi dei mosaici in cui la vera Teodora, imperatrice dei bizantini e moglie di Giustiniano, venne effigiata nel VI secolo dopo una vita non digiuna di equivoci e maldicenze, visto il suo passato di attrice (che in antichità spesso faceva rima con prostituta). Scarni efficaci ingredienti compongono l’ora e venti di spettacolo a firma Barbara Roganti, riservato a pochissimi: violino, violoncello, contrabbasso, fisarmonica, organo, coro, la voce di Roberta Mameli, un’attrice e una danzatrice, coro. Rifacendosi alla polifonia tardo rinascimentale, ma non immune alle influenze di Pärt e Tavener,
Montalbetti dà vita a sculture sonore cucite su misura per gli spazi della Basilica. E non si limita alla scrittura del coro, ma ne organizza con intelligenza i movimenti circolari e ascensionali, cosicché - persi di vista i cantori - si rimane avvolti da sorprendenti fasci sonori che costruiscono dall’inizio alla fine l’architettura di Teodora. La protagonista è una ipnotica Roberta Mameli, che al canto ieratico, giocato sempre su sillabazioni lunghissime, unisce una capacità di trasfigurazione persino magnetica.