Il Caravaggio della musica
Ucciso a fil di lama, Alessandro Stradella evoca un barocco noir che anima il ricco festival nel viterbese, dove prosegue l’ integrale dell’altro genius loci Domenico Massenzio
Vita breve ma avventurosa quella di Alessandro Stradella, ucciso a 39 anni dai sicari del nobile genovese Giovan Battista Lomellini, che sospettava una relazione tra la sorella e il compositore (già nel 1677, per lo stesso motivo, Alvise Contarini aveva tentato analoga spedizione punitiva). Sulla sua vita - persino sul luogo di nascita, da molti indicato in Bologna - aleggia ancora il mistero. Certa è invece la residenza della famiglia nel viterbese. Ed è in queste terre che prende vita il Festival Barocco dedicato al tormentato genius loci, di cui il 9 settembre viene data l’ultima opera, Moro per amore, con la direzione di Andrea De Carlo. Ma in questa rassegna vengono esplorate anche altri filoni musicali: la viola da gamba di Lucile Boulanger affronta Abel e Bach; il contrabbasso di Daniele Roccato si muove tra le musiche di Dowland e Scodanibbio con l’Academy Ludus Gravis; Enrico Pieranunzi e Stefano Demicheli duellano al pianoforte e al cembalo sulle Variazioni della Ciaccona, dalla Spagna del Rinascimento al nuovo mondo. Prosegue anche il progetto pluriennale Massenzio 2035 dedicato al compositore ronciglionese Domenico Massenzio (1586-1657), che giocò un ruolo fondamentale nella transizione dallo stile polifonico a quello concertato, con aperture a nuove sonorità, piene di dissonanze e durezze improvvise.
Festival Barocco Alessandro Stradella
Viterbo, Nepi, Ronciglione, fino al 2 ottobre